Che avrebbe fatto tanto clamore probabilmente era un dato di fatto, ma le parole di Salvini in una intervista al “Sole 24 Ore” in cui ha parlato di quota 100 per tutti risultano l’argomento principale di tutti i dibattiti. Dal mondo accademico, dopo la presa di posizione della professoressa Elsa Fornero, arrivano le critiche dell’economista e presidente dell’Inps Tito Boeri. Inoltre, per quanto concerne l’operato del governo, anche Damiano, ex Ministro del Lavoro e presidente della Commissione Lavoro della Camera, contesta la confusione e la mancanza di un indirizzo comune tra le due forze politiche al governo, anche e soprattutto sulla questione dei tagli sulle Pensioni d’oro.

Come se non bastasse i sindacati, i gruppi ed i comitati dei lavoratori sono in allerta sui provvedimenti di welfare e previdenziali che l’esecutivo ha in cantiere, come conferma anche una dura critica proveniente dal Comitato Opzione Donna Social, a nome della fondatrice del gruppo Orietta Armiliato.

La quota 100 di Salvini bocciata su tutta la linea

“Non si possono accontentare tutti gli italiani e Salvini se ne accorgerà”, queste le parole di Elsa Fornero, ex Ministro del governo Monti ed autrice delle riforma previdenziale che l’attuale esecutivo vorrebbe cancellare. Secondo la Fornero la quota 100 di Salvini finirà con il gravare troppo sulle future generazioni: ogni provvedimento di un governo, accontenta qualcuno e penalizza altri, dunque mandare in pensione i lavoratori con la quota 100 senza limiti e paletti non servirà a rilanciare l’economia perché un sistema valido crea posti di lavoro sia per giovani che per anziani.

Salvini, anche se non è stato esplicito sulle modalità di applicazione della sua particolare visione di quota 100 da inserire subito in Legge di Stabilità per un avvio ad inizio 2019, con il "senza vincoli e paletti" è stato eloquente sulla portata che avrebbe la misura per i cittadini e per le casse dello Stato.

Interpretando le parole del vice premier, la quota 100 sarebbe davvero fruibile da chiunque si trovi con quota 100 data dalla somma di età e contributi previdenziali.

Alle tre combinazioni di cui tanto si parlava negli ultimi tempi, cioè 64 anni di età e 36 di contributi, 65 e 35 o 66 e 34, si affiancherebbero anche le altre dei lavoratori più giovani, magari con 60 anni e 40 di contributi o simili. Se la quota 100 con il limite minimo di età fissato a 64 anni e con i contributi figurativi ridotti a solo due anni costava 7/8 miliardi di euro secondo le stime dell’Inps, sempre dall’Istituto il suo presidente Tito Boeri fa sapere che, per quanto affermato da Salvini, ci vorrebbero 15 miliardi subito e 20 all’anno quando la misura andrà a regime.

Screditare le stime dei tecnici, secondo Boeri è un errore che Salvini sta commettendo. Il presidente dell’Inps inoltre sprona l’esecutivo ad accelerare sui provvedimenti che intende adottare perché oggi si vive in una situazione di costante incertezza ed il prezzo di questa confusione lo pagano i cittadini.

Le critiche dai gruppi dei lavoratori

Confusione è il termine utilizzata anche dall’Ex Ministro Damiano, che chiede chiarezza da parte delle due forze politiche che guidano l’attuale governo. Per Damiano la dimostrazione delle incongruenze delle dichiarazioni dei due leader di M5S e Lega, si verifica anche sul taglio delle pensioni d’oro: Di Maio parla di assegni da tagliare a partire dai 4.000 euro lordi al mese, mentre Salvini parte da 5.000.

Anche sulla misura nello specifico, secondo Damiano occorre un chiarimento. Nella proposta di legge già depositata, quella conosciuta con il nome dei due primi firmatari D’Uva e Molinaro, il taglio degli assegni è proporzionato all’età in cui si è usciti dal lavoro. Per Salvini e Di Maio, almeno per quanto si legge dalle loro continue esternazioni, il taglio dovrebbe essere calmierato in base alla contribuzione versata da questi pensionati d’oro.

Un’altra dura contestazione all’attuale esecutivo viene dal CODS, il Comitato Opzione Donna Social che contesta al governo il fatto che su i provvedimenti da adottare nella ormai imminente Legge di Bilancio, soprattutto quelli che riguardano lavoro e previdenza, i sindacati non sono stati convocati.

Anche dai social arrivano critiche all’operato del governo che non fa nulla per i lavoratori precoci e che con quota 100 rischia di creare più malcontento che soddisfazione. Il governo sembra non considerare le istanze dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi, proseguendo per la sua strada che poi porta sempre all’unica misura di quota 100. Gli strumenti per andare incontro a molti lavoratori esistono già, basta ampliarli come platea di applicazione e sono quota 41 per i precoci e l’Ape sociale, questa la posizione del gruppo Facebook “Lavoro e Pensioni, problemi e soluzioni”.