"Rispetteremo il contratto di governo. Sì al taglio delle Pensioni d'oro": queste le dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini che è tornato ad accendere la luce dei riflettori sulla tanto chiacchierata riforma del sistema previdenziale italiano. Tempi duri insomma per chi percepisce assegni pensionistici che superano i quattro mila euro lordi mensili: i tagli sono dietro l'angolo.
Salvini dice sì al taglio delle pensioni d'oro
Come riportato dal quotidiano "La Repubblica", infatti, il neo ministro dell'Interno avrebbe convocato un nuovo incontro per martedì prossimo come segretario di partito al fine di discutere le misure che dovrebbero salire sul treno della nuova Legge di Stabilità 2019.
"Le mega pensioni non coperte da contributi non hanno senso di esistere", ha spiegato lo stesso Salvini a margine dell'incontro tenutosi a Venezia per firmare il protocollo sulla legalità dell'autostrada Pedemontana veneta dove era presente anche il Presidente della Regione Veneta Luca Zaia.
Il leader della Lega Nord si sarebbe concentrato anche sulla tanto odiata Riforma Fornero che, come contenuto nel contratto di Governo siglato con il Movimento 5 Stelle, dovrà essere superata approvando nuove misure sulla flessibilità in uscita per molti lavoratori che nel 2012 sono andati incontro a pesanti penalizzazioni per via delle norme troppo rigide.
Non è mancato un accenno neanche alla famigerata Quota 100, il nuovo meccanismo che consentirebbe un'uscita più flessibile dopo aver maturato almeno 64 anni di età anagrafica unitamente ai 36 anni di versamenti contributivi; una manovra che per il Governo risulta una priorità assoluta e che potrebbe gravare per circa 8 miliardi di euro sulle casse statali andando a sostituire la cosiddetta Ape Sociale (ormai in scadenza) che garantisce agli ultra 63enni in condizioni disagiate un reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili.
Dal 2020 la misura per i precoci
Secondo Matteo Salvini anche la misura inerente alla Quota 41 a favore dei lavoratori precoci dovrà essere ripresa anche se, per via delle risorse insufficienti potrebbe slittare al prossimo anno. Dal 2020, infatti, si potrebbe parlare di Quota 42 visto che si pensa ad un aumento della soglia contributiva di un anno per ridurre la platea dei potenziali beneficiari.
Sempre secondo quanto riportato da "Repubblica", anche il capogruppo alla Camera Francesco D'Uva ha detto la sua ricordando come il proprio partito (il M5S) non si tirerà indietro sul taglio delle pensioni sopra i quattro mila euro.