Arrivano le prime simulazioni sulla pensione anticipata a quota 100 dei contribuenti più prossimi all'uscita da lavoro. Con i requisiti minimi richiesti dalla misura pensionistica che potrebbe entrare in vigore nei primi mesi del 2019, fissati a 62 anni di età e a 38 di contributi, i lavoratori più interessati sono quelli che, ad oggi, hanno tra i 61 e i 65 anni, essendo nati tra il 1953 ed il 1957. Alcuni calcoli, sulle modalità di uscita con le Pensioni a quota 100 e sulla convenienza anche per il conseguente assegno di pensione futura, sono stati effettuati dall'Istituto Progetica e pubblicati sul quotidiano Repubblica.
La sintesi delle stime è che i beneficiari della quota 100 potrebbero subire decurtazioni sul mensile anche fino ad un quinto di quanto si potrebbe incassare attendendo la pensione di vecchiaia.
Ultime pensioni anticipate a quota 100: requisiti uscita età e contributi nel 2019
E allora, quali contribuenti potrebbero non avvantaggiarsi dell'uscita a 62 anni con le pensioni anticipate a quota 100? La simulazione fatta da Progetica prende in esame un lavoratore nato nel 1957 che ha cominciato a lavorare all'età di 24 anni, dunque nel 1981, e che come stipendio attuale guadagna duemila euro netti al mese. Maturando nel 2019 i requisiti di uscita con la pensione a quota 100 (sia per età che per il minimo dei contributi pari a 38 anni) e anticipando la pensione a 62 anni potrebbe vedersi decurtato l'assegno mensile stesso.
Infatti, secondo i calcoli di Progetica, la differenza è di oltre 300 euro mensili, costituiti da una pensione prevista a 1.778 euro (aspettando però i 67 anni della pensione di vecchiaia), rispetto ai 1.442 previsti con la pensione anticipata a quota 100. Più si anticipa l'uscita per la pensione, rispetto alla vecchiaia, e più l'assegno mensile potrebbe risultare decurtato.
La conclusione rappresenta la diretta conseguenza del minor numero di anni di contributi versati, ma anche di altri due fattori, ovvero la mancata rivalutazione dei contributi stessi al Prodotto interno lordo e l'aumento della speranza di vita, requisito cardine quest'ultimo della riforma delle pensioni di Elsa Fornero.
Uscita pensione anticipata riforma Fornero e quota 100: requisiti e quanto conviene la scelta
Tuttavia, l'elemento più incisivo (e meno aleatorio) è rappresentato proprio dal minor numero di anni di versamenti che si sommano con la pensione anticipata a quota 100, elemento che, in ogni modo, potrebbe essere messo in conto dai lavoratori che abbiano urgenza di andare in pensione nel 2019. Infatti, come per altre misure di pensione anticipata già sperimentate, dove la decurtazione sul futuro assegno pensionistico era ben conosciuta all'atto della scelta di uscita (si pensi all'opzione donna con rinuncia di circa un terzo della pensione), anche per la quota 100 potrebbe verificarsi una delle regole tra le più rispettate da chi rientri negli anni prossimi alla pensione.
Ovvero quella di agganciare la prima data utile per la pensione e decidere di uscire da lavoro, date anche le incertezze future sulle regole pensionistiche stesse e l'abbassamento progressivo degli assegni dovuto al tasso di sostituzione al momento dell'uscita, oltre alle discontinuità sul mercato del lavoro. In ogni modo, secondo le stime della Progetica, l'abbassamento della pensione con la quota 100 potrebbe avere una forbice da un minimo del 2 per cento ad un massimo del 20. Il minore taglio sarebbe di coloro che siano vicini sia alla quota 100 che alla pensione anticipata con i requisiti della riforma Fornero: ad esempio, chi ha già accumulato 42 anni di versamenti, nel 2019 maturerebbe i contributi necessari sia per la vecchia l'uscita anticipata (42 anni e 10 mesi per gli uomini, le donne a 41,10) che la nuova misura del M5S di Luigi Di Maio e della Lega di Matteo Salvini.