Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 9 ottobre 2018 si concentrano sui vincoli in discussione per l'accesso alla pensione anticipata tramite la quota 100, mentre appare ormai chiaro che la quota 41 non potrà rientrare nella LdB2019 e sarà rinviata al prossimo anno. Nel frattempo arrivano anche importanti aggiornamenti riguardo l'iter legislativo del reddito e delle pensioni di cittadinanza, mentre dall'opposizione emergono dure critiche all'azione di Governo.
Pensioni anticipate e Quota 100: si discute sul cumulo
Il divieto al cumulo dei versamenti per il raggiungimento del requisito contributivo continua a far discutere.
La questione non appare di secondo piano perché lo strumento (introdotto con la legge 232 del 2016) è stata una recente conquista dei lavoratori, visto che in precedenza ci si poteva trovare davanti alla situazione di non poter accedere alla quiescenza per via di una carriera discontinua, nonostante l'effettiva maturazione dei requisiti di pensionamento. Il nuovo divieto di cumulo potrebbe di fatto far riemergere la questione, stante che molti lavoratori si vedrebbero esclusi in via discriminatoria dalla opzione di prepensionamento. D'altra parte, l'ipotesi rientra tra gli interventi finalizzati ad avviare il meccanismo di uscita anticipata dal lavoro rendendo l'onere per le casse pubbliche più leggero possibile.
In particolare, l'obiettivo è di non superare i 7 miliardi di euro. Una cifra che rende comunque necessario associare alla quota 100 un vincolo anagrafico fissato a 62 anni ed un paletto contributivo di 38 anni indipendentemente dall'età raggiunta.
Per i lavoratori precoci c'è il rinvio della quota 41
Sempre in merito agli interventi previsti con la prossima legge di bilancio, nella giornata di ieri si è avuta la conferma riguardante l'esclusione della quota 41 dalla Manovra.
Si tratta, come ha spiegato il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, di un rinvio e non di una cancellazione. L'opzione dovrebbe quindi rientrare tra i provvedimenti attuati nel 2019, con validità a partire dal 2020. Sui tempi il Ministro Salvini ha fatto riferimento proprio all'anno prossimo, spiegando che "non abbiamo la bacchetta magica, abbiamo cinque anni davanti", ma "l'obiettivo è di scendere e di arrivare a quota 41 pulita".
L'esponente leghista conferma quindi che l'avvio della misura resta uno dei punti fermi della legislatura, anche se non si realizzerà nel breve termine. "Cioè dopo 41 anni di lavoro se hai iniziato a lavorare presto come precoce, magari dopo 17 anni, tu a 58 anni avrai diritto alla tua pensione perché sono contributi che tu hai prestato allo Stato, che te li ridarà indietro", ha concluso il Vice Premier al riguardo.
Di Maio (M5S): sul reddito di cittadinanza possibile anche un decreto
Riguardo al reddito ed alla pensione di cittadinanza (ed al rinnovamento dei centri per l'impiego) vi sarà un collegato alla Manovra, ma non si esclude di procedere anche attraverso un decreto legge specifico se dovesse risultare necessario.
Ad affermarlo è il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ricordando che "qualora dovesse servire una normativa perché nella legge di bilancio non riusciamo a mettere tutte le norme, subito dopo la legge facciamo un decreto per dare le ultime norme che ci servono per fare funzionare al meglio il sistema".
Rotta (PD): Italia verso il Baratro
Dall'opposizione continuano ad emergere dure parole di critica in merito agli ultimi aggiornamenti riguardanti la legge di bilancio. "Salvini e Di Maio in pieno delirio di onnipotenza stanno portando il Paese nel baratro" ha affermato Alessia Rotta, Parlamentare Dem. "Se i nostri titoli diventeranno spazzatura chi comprerà il debito per pagare stipendi e pensioni?
Se vogliono bene all'Italia si fermino. Stanno scherzando col fuoco" ha quindi evidenziato l'esponente del PD, spiegando che "Lo spread è come il rosso di un semaforo. Significa che devi fermarti" mentre invece il Governo "continua questa sfida sconsiderata con i soldi e la vita degli italiani".