Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 8 ottobre 2018 vedono arrivare nuove ipotesi riguardanti l'uscita anticipata tramite la quota 100 ed in particolare il raggiungimento del requisito contributivo tramite i versamenti effettuati in diverse gestioni. Nel frattempo dai sindacati arrivano nuove rivendicazioni in merito all'eliminazione dei vincoli alle opzioni di quiescenza. Infine, da Confindustria ci si domanda se la crescita sarà in grado di sostenere le misure di flessibilità in uscita dal lavoro ed il reddito di cittadinanza.
Pensioni anticipate e Quota 100: vietato l'arrotondamento al cumulo
Le regole che renderanno operativo il pensionamento anticipato tramite la quota 100 potrebbero prevedere anche dei limiti nel cumulo dei contributi tra lavoratori dipendenti e autonomi. Di fatto, non sarà quindi possibile ottenere la quiescenza grazie alla nuova opzione per chi ha avuto una carriera discontinua e ha dovuto per questo cambiare tipologia di gestione previdenziale. Un aspetto che se fosse confermato farà sicuramente discutere, visto che il problema del cumulo e delle ricongiunzioni è stato da sempre considerato come un fattore di ingiustizia del sistema pensionistico. La questione non appare di poca importanza anche perché bisogna considerare che il vincolo contributivo rappresenta un parametro importante della quota 100.
Dalle ultime indiscrezioni della stampa specializzata risulta infatti che quest'ultimo sarà fissato a 38 anni anche per chi dovesse superare l'età minima di accesso posta a 62 anni di età. Un meccanismo che di fatto porterebbe fino a quota 107 coloro che non riusciranno a raggiungere in tempo utile gli anni di contribuzione necessari in un'unica gestione.
Furlan: Q100 base di partenza, ma troppo vincolante
Sul nuovo meccanismo di prepensionamento tramite la quota 100 è intervenuta anche la leader della Cisl Annamaria Furlan durante un'intervista rilasciata per Avvenire. "È una buona base di partenza, ma così come è stato immaginato rischia di penalizzare migliaia di donne che non potranno mai arrivare, soprattutto nel Sud, a 38 anni di contributi".
Secondo la sindacalista, "si devono trovare meccanismi nuovi e allora faccio una proposta: per ogni figlio un anno di contribuzione. Il valore della maternità va finalmente riconosciuto", ha concluso la Segretaria generale.
La CGIL chiede di non penalizzare i lavoratori più deboli
Anche la CGIL inquadra in modo positivo la quota 100, ma chiede al contempo di garantire che non vi siano penalizzazioni e che siano confermate le misure di pensionamento anticipato già ottenute nel recente passato dalla piattaforma unitaria. "Sarebbe inaccettabile che la nuova flessibilità eliminasse i pochi vantaggi che sono stati portati a casa con il verbale di settembre 2016" spiega il sindacato, ricordando al contempo che molti giovani rischiano di restare penalizzati dal sistema contributivo mentre rimane ancora irrisolto anche il problema della disparità di genere.
Serve infine intervenire anche per il blocco all'adeguamento all'aspettativa di vita, oltre che per avviare nuovi tavoli di studio sulle diversità di tutti i lavori e sulla governance dell'Inps.
Boccia (Confindustria): Governo cavalca ansie
Da Confindustria arriva l'esortazione all'esecutivo a puntare su crescita e occupazione per risolvere il nodo della credibilità italiana in Europa. "Il governo sta cavalcando ansie, senza investire davvero sulla crescita" ha spiegato a tal proposito Vincenzo Boccia, intervenendo nella trasmissione "Mezz'ora in più" su Rai 3. Il Presidente di Confindustria ha indicato di non avere paura del reddito di cittadinanza in sé, ma del fatto che la nuova Manovra destina solo 4 miliardi di euro alla crescita.
"Questa manovra ha due fondamentali: il primo, alla base del contratto di governo, con pensioni, flat tax e reddito di cittadinanza; il secondo pilastro è la crescita. C'è un secondo pilastro in grado di sostenere il primo? Se non c'è crescita, devi fare ricorso al taglio della spesa pubblica o all'aumento delle tasse", ha concluso Boccia.