L'attuale governo in carica si propone di mantenere quanto promesso durante la campagna elettorale. Si apre quindi un nuovo scenario che vede la volontà di attuare la riforma delle pensioni introducendo Quota 100. La misura potrebbe garantire un turn over generazionale, ponendo un limite alla disoccupazione giovanile e permettendo ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro dopo avere versato 38 anni di contributi a condizione abbiano almeno 62 anni d'età anagrafica. Chi beneficerà di questa opzione non dovrà subire decurtazioni economiche sull'assegno da pensione.

Solo lo Stato dovrà sobbarcarsi tutti i costi.

Pensioni: i requisiti

Per poter accedere a questo tipo di trattamento previdenziale [VIDEO] bisognerà aver maturato almeno 38 anni di contributi: di fatti, solo chi ha 62 anni e 38 di contributi potrà andare in pensione con la quota 100. Secondo quanto riporta il quotidiano di via Solferino 'Il Corriere della Sera', pare che il governo intenda anche eliminare l'opzione che prevede di applicare il regime dell’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita, meccanismo che incrementa sistematicamente l'età pensionabile. In ballo ci sono esattamente 5 mesi che porterebbero l'età pensionabile dagli attuali 66 anni e 7 mesi a 67 anni complessivi.

Funzionamento Quota 100: per i pensionati solo vantaggi

La vera novità di Quota 100, però [VIDEO] è che questa riforma non dovrebbe avere costi per i pensionati. Non ci sarebbero infatti degli svantaggi a livello economico sull’assegno che i lavoratori, una volta collocati a riposo, dovrebbero percepire (a differenza ad esempio del prestito pensionistico).

Se Quota 100 diverrà certezza e non più solo un ipotesi, dal 2019 potranno andare in pensione i nati nel 1957 che hanno iniziato a lavorare a 20 anni negli anni Ottanta: stando sempre a quanto riportato da 'Il Corriere della Sera', al momento si sta studiando la combinazione 62 anni d’età più 38 di contributi: chi volesse uscire avendo più di 62 anni dovrebbe comunque aver maturato almeno 38 anni di versamenti.

La misura costerà intorno agli 8 miliardi di euro il primo anno e circa 9 l'anno dall'anno successivo. Al di là di calcoli e formule, il Governo sembra avere idee ben precise sulla riforma previdenziale: anche il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, appare d'accordo con le volontà dei due promulgatori politici della manovra, rispettivamente Di Maio per il M5S e Salvini per la Lega, che hanno come obiettivo comune quello di abolire la Legge Fornero che da molti italiani è sempre stata vista come un ostacolo al turn over generazionale e alla possibilità di divenire lavoratori a riposo.