Sulla riforma delle Pensioni alla quale sta lavorando il Governo Conte ci sono importanti punti che rispecchiano le necessità degli italiani. Pochi giorni fa sono giunte parole di chiarezza dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio (M5S) nel corso di una discussione con i “lavoratori uniti” scesi in piazza a Montecitorio. L’obiettivo ultimo era quello di richiedere ai politici di mantenere gli impegni assunti sia in campagna elettorale che nel contratto di governo per il superamento della legge Fornero. Si prende in considerazioni quindi quota 100, quota 41 per i Precoci, nonché Opzione donna.
Il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ha quindi commentato assieme ad alcuni lavoratori i nuovi provvedimenti previsti all'interno della legge di bilancio, vediamo di cosa si tratta. E' quindi possibile dedurre che dal 1° gennaio 2019 i requisiti per andare in pensione saranno modificati. Ogni due anni dovrà essere applicato un adeguamento dovuto all’aumento delle aspettative di vita. La qualità della ita media è aumentata garantendo una possibilità di sopravvivenza maggiore. Ne va da sé che questo comporta un carico fiscale maggiore nella gestione delle spese Inps che si vedono costretti ad erogare pensioni per un periodo più lungo rispetto a quello degli anni passati.
Pensioni: cosa cambia nel 2019
Se l’aumento delle aspettative di vita non subisse nuovi incrementi, chi ha diritto alle pensioni quota 100 potrebbe avere vita più facile. Il calcolo dell’età pensionabile è stato influenzato dalla riforma Dini alla parametrazione delle aspettative di vita. I fortunati che non hanno dovuto percepire l’assegno pensione erogato con il metodo contributivo misto, ossia contributivo e retributivo insieme, si potranno vedere accreditare un cedolino pensione con un valore superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (che nel 2018 ammonta a 453 euro).
Pensione anticipata e quota 100
Sono ben 5 I mesi che nel 2019 dovranno essere aggiunti per avere accesso alla pensione anticipata, sia ordinaria che agevolata. Con l’inizio dell’anno prossimo sarà possibile uscire dal lavoro con 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne; oppure saranno sufficienti 20 anni di contributi ma almeno 4 anni d’età anagrafica; infine I Precoci potranno uscire dal mondo del lavoro con 41 anni e cinque mesi di contributi.
Il 2019 sarà l’anno in cui si dovrebbe potere uscire dal mondo del lavoro con 62 anni d’età anagrafica e almeno 38 anni di contributi.
Opzione Donna: quale destino?
L'Opzione Donna, è la possibilità offerta alle lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro o a 57 anni (se lavoratrici dipendenti) o a 58 anni (se lavoratrici autonome) e 35 anni di contributi con un calcolo interamente contributivo della pensione. L’applicazione delle aspettative di vita escludeva lavoratrici nate negli ultimi mesi dell’anno,: è bene precisare che per accedere all’Opzione Donna, bisogna calcolare anche l’aspettativa di vita. Ad oggi, però, non è più richiesto come requisito fondamentale che la maturazione del requisito sia avvenuta entro il dicembre 2015. Le lavoratrici che non erano state incluse dall’Opzione Donna a causa di questo vincolo, dunque, possono invece accedere alla prestazione.