Divieto di arrotondare, così titolavano i maggiori quotidiani italiani ieri in riferimento ad una nuova ipotesi che è stata inserita tra le tante voci e indiscrezioni che accompagnano quota 100. La misura continua a far discutere, con i sindacati che hanno già chiesto un incontro con l’esecutivo prima che la misura venga inserita nella manovra di fine anno. Paletti, restrizioni, limiti e vincoli sono argomenti che necessariamente devono essere parte integrante di questa grande novità previdenziale. La quota 100 comunque sarà varata con la prossima legge di Bilancio e la nota di aggiornamento del Def, che adesso è alle Camere per la sua approvazione, ha stanziato 7 miliardi di euro al capitolo previdenziale.

Molti soldi dunque, ma ancora pochi per rendere la misura pura come diceva Salvini. Pertanto i paletti sono sempre tanti ed il fatto che la misura dovrà favorire il ricambio generazionale con nuovi assunti al posto dei vecchi mandati in pensione, come sempre il Vice Premier Salvini continua a ribadire, sembra spingere l’esecutivo all’inserimento di un nuovo paletto nella misura.

Niente somma tra pensione e redditi dal lavoro

Non si potranno cumulare redditi da lavoro e redditi da pensione. Questo il nuovo paletto di cui tanto si discute nelle ultime ore. In sintesi, in base alle indiscrezioni, per chi riuscirà ad andare in pensione con quota 100, ci sarebbe il divieto assoluto di continuare a lavorare sia come lavoratore dipendente che come lavoratore autonomo o cercare nuove occupazioni anche a carattere saltuario o di collaborazione.

Questo proprio in virtù del fatto che secondo il progetto dell’esecutivo, il rapporto tra nuovi pensionati e nuovi occupati dovrà essere di 2 a 1, cioè ogni 2 nuovi pensionati si dovrà dare lavoro ad un nuovo giovane. Adesso è da valutare se questo divieto di cumulo debba riguardare l’accesso alla pensione o essere subordinato solo al calcolo dell’assegno pensionistico che si andrebbe a percepire con quota 100.

I rischi

Nuove forme di flessibilità in uscita per favorire il ricambio generazionale, questo l’obiettivo del governo che con quota 100 inizierà l’opera di superamento della legge Fornero da tempo promesso. Il ricambio deve essere favorito e pertanto sono in via di studio le soluzioni che ne consentano effettivamente lo sviluppo.

Per il divieto di arrotondare si ipotizza una pesante penalizzazione per i neo pensionati che non si adegueranno. C’è chi paventa già l’ipotesi che l’Inps possa andare a chiedere indietro fino al 50% delle Pensioni erogate con quota 100 a quei neo pensionati che continueranno a lavorare con qualsiasi tipo di occupazione trovata. Dal punto di vista specificatamente tecnico nessuna novità riguardante la misura che ormai sembra che nascerà con il doppio paletto anagrafico-contributivo ormai conosciuto, cioè 62 anni di età e 38 di contribuzione minima richiesta.

Una soluzione dal punto di vista dei requisiti che impedirà la quiescenza a chi si trova con 60 anni di età e 40 di contributi o per chi ha 36 anni di contributi e 64 di età. Per questi, pur centrando una quota 100, la pensione per via del doppio limite, dovrà attendere altri 2 anni di età o di lavoro, per accedere alla pensione con questa misura.