In questi giorni sta entrando nel vivo la parte più "calda" del Congresso della CGIL, il quale dopo la discussione nelle assemblee locali sta avvicinandosi alla fase conclusiva, a inizio 2019, quando a Bari verrà eletto il nuovo segretario generale, che prenderà il posto di Susanna Camusso dopo 8 anni di mandato. Come noto da qualche giorno, l'ex segretario della FIOM Maurizio Landini ha accettato la candidatura a segretario della più grande confederazione sindacale italiana. Un nome che finora è l'unico ufficialmente in corsa. Anche se questa candidatura, come riportato da varie testate nelle scorse settimane, sarebbe "contrastata" dalle componenti più "moderate" del sindacato di Corso d'Italia: la parte che schematicamente potremmo definire come più "legata" al PD, infatti potrebbe avanzare la candidatura di Vincenzo Colla, il quale sarebbe appoggiato in particolare dai pensionati dello SPI.

Ma in realtà nella CGIL c'è anche una componente più "a sinistra", che già nel congresso svoltosi in questa estate nei luoghi di lavoro aveva proposto una mozione alternativa rispetto a quella della Camusso, ottenendo il 2% dei consensi. Stiamo parlando dell'area "Il sindacato è un'altra cosa", avente come prima firmataria Eliana Como, membro del comitato centrale della FIOM e del direttivo nazionale della CGIL. Blasting News l'ha intervistata in esclusiva per avere alcuni pareri su cosa si aspetta dalla nuova segreteria della CGIL.

Eliana Como: 'Da anni la CGIL ha una linea troppo legata alla concertazione, nonostante l'ostilità dei Governi'

Eliana Como, voi siete da anni all'opposizione interna in CGIL: cosa non vi è piaciuto della gestione della Camusso?

"Noi abbiamo presentato al Congresso un documento alternativo chiamato 'Riconquistiamo tutto' che criticava la linea sindacale portata avanti in questi anni. La linea della Camusso ha detto tanti No, anche importanti, senza però poi essere conseguente fino in fondo, ad esempio senza porsi il problema di creare il terreno per ottenere dei risultati concreti attraverso le lotte e le rivendicazioni.

La CGIL spesso non ha portato le battaglie fino in fondo. Ad esempio sul Jobs Act non basta dire di essere contrari se poi in pratica fai un piccolo sciopero solo quando la legge è già approvata. La CGIL inoltre non ha mai rotto, né fatto i conti, con un atteggiamento ancora troppo legato alla concertazione, la quale ormai negli ultimi anni non è stata praticata né dai padroni, né dai Governi, compresi quelli ritenuti "amici" che invece spesso hanno teorizzato la disintermediazione e avuto un atteggiamento ostile coi sindacati.

Per fare la concertazione bisogna essere in tre (sindacati, Governo e imprese) ma di fatto in questi anni l'ha fatta solo la CGIL e in modo peraltro inefficace: ovvero senza mettere in campo un livello di mobilitazione nel paese tale da imporre alle controparti di ascoltare le nostre rivendicazioni".

Como: 'Landini segretario potrebbe far pensare che la CGIL abbia una linea molto più a sinistra, ma non sarebbe così'

Il nome di Maurizio Landini però sta creando molte aspettative di una possibile svolta a sinistra. Lei pensa invece che sarebbe in continuità con la linea della segreteria uscente?

"Il rischio è che Landini come segretario generale illuda di dare alla CGIL una linea molto più a sinistra, che però poi non si tradurrà in questo nei fatti.

Temo che avremo in televisione un Landini che magari dà l'immagine di una CGIL più combattiva e conflittuale, ma poi il tema è essere davvero conseguenti. Il sindacato non è come la Politica: non basta dire di essere contrari ai provvedimenti. In questi anni Landini andava in TV a dire che la FIOM occupava le fabbriche, ma poi in concreto ha firmato un contratto nazionale dei metalmeccanici che ha portato aumenti di 1,70 Euro a chi lavora. Per carità, la comunicazione ha la sua importanza e in questo lui è efficace. Ma non basta enunciare e proclamare: se non sei conseguente rischi di dare delle gambe ancora più corte a quello che dici. Il vero tema che la CGIL dovrebbe porsi è quello di ricostruire dei rapporti di forza e un piano di mobilitazione, ma ciò non è stato risolto da questo Congresso e non lo sarà neanche con Landini segretario.

Abbiamo un problema complessivo di credibilità, che non si risolve con l'avere un segretario più telegenico di un altro, ma cambiando radicalmente la linea a monte: questo però non avviene. Sia Landini che Colla, che vengono dipinti come opposti, in realtà sostenevano entrambi il documento della Camusso, il quale ad esempio tra le altre cose eludeva il tema dell'autonomia della CGIL dai vari Governi".

'Temo che CGIL diventi vittima di un populismo in cui c'è un leader a cui si affida in modo quasi messianico'

Cosa pensa della recente proposta di Landini di avvicinare maggiormente la CGIL alla CISL e alla UIL?

"Sono rimasta a bocca aperta quando ho sentito questa proposta: ancora non è segretario e già fa una dichiarazione che fino a qualche mese fa sarebbe stata impensabile.

Dire, come fa lui, che oggi non ci sarebbero più le condizioni partitiche e politiche che determinarono la separazione fra CGIL, CISL E UIL l'avevo sentito solo da parte di quei dirigenti più moderati e conservatori. Forse per lui "Parigi val bene una Messa" e vuol dimostrare di poter essere il segretario anche della parte più moderata, la quale invece finora lo aveva dipinto come il candidato dei centri sociali. Mi preoccupa che di fronte a queste dichiarazioni così pesanti nessuno fra i delegati si sia indignato: ma è davvero lo stesso Landini che portava avanti le battaglie contro l'accordo separato in FCA? Temo che anche la CGIL possa diventare vittima di un populismo in cui c'è un leader a cui si affida in modo quasi messianico la salvezza di un'organizzazione.

Un'illusione populista che non servirebbe ai lavoratori che vogliamo rappresentare. Va riconosciuto che Landini è bravo a far passare i nostri messaggi in televisione, però noi avremmo bisogno non tanto di un leader, quanto invece di ricostruire un protagonismo dal basso dei nostri delegati nei luoghi di lavoro: è così che si ricostruiscono i rapporti di forza".

Il possibile rapporto della CGIL di Landini con le forze politiche secondo Eliana Como

Sul piano più generale delle relazioni con la politica e con il Governo, cosa potrebbe cambiare con Landini segretario?

"La ricostruzione che circola sui media tende a dipingere Landini come dialogante con il M5S e invece Colla come legato a una visione di sindacato tradizionale "cinghia di trasmissione" col PD.

In realtà mi pare tutta una mistificazione. Ricordo che a favore di Landini si è recentemente espresso Cofferati, così come penso che un eventuale Zingaretti segretario del PD potrebbe essere un suo interlocutore, e potrebbe esserlo anche un eventuale "quarto polo" con ciò che rimarrà di LeU. Ma ricordo che anche 4 anni fa, nei primi mesi del Governo Renzi, Landini lo aveva accolto come una "possibilità" di rinnovamento per la politica e sugli 80 euro ebbe un atteggiamento molto più laico di tanti dirigenti legati al PD: insomma all'inizio lui fu 'occhieggiante' verso Renzi, prima ovviamente della precipitazione successiva col Jobs Act e le altre scelte renziane che hanno portato la storia da tutta un'altra parte.

Quindi non mi stupirei se anche con i 5 Stelle si passasse da una fase simile, in cui Landini potrebbe credere che i pentastellati siano un interlocutore del movimento del lavoratori: cosa che io invece penso non sia possibile. Premesso che ovviamente i provvedimenti del Governo vanno valutati per quello che sono, ad oggi non vedo neanche le basi di qualcosa di positivo per poter considerare credibile questo Esecutivo. Mi permetti un'ultima battuta?".

Prego...

"A giugno, quando anche voi avevate scritto un articolo sull'inizio del congresso CGIL, la discussione era fra due documenti che avevano come prime firmatarie due donne, ossia io e la Camusso. Purtroppo invece siamo costretti oggi a registrare che la discussione è tutta incentrata sulla leadership tra due uomini".