Quota 100, la misura nata per spazzare via la Legge Fornero sarà attiva dal 2019, molto probabilmente sarà disciplinata da un nuovo disegno di legge contenente requisiti, modalità e tempi d’uscita, attraverso l’utilizzo di 7 finestre. Attualmente la forma più facile per accedere alla pensione anticipata è 38 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, poi c’è un’ulteriore strategia offerta dalla pace contributiva, che prevede una sorta di mini versamenti per chi ha una carriera discontinua, nata per riempire i vuoti contributivi a far data dal 1996.

In sintesi, un breve riepilogo sulle modalità d’uscita previste nella misura Quota 100.

La pace contributiva per i vuoti previdenziali

Come riporta Il Sole 24 Ore, tante sono le novità che investono l’ordinamento previdenziale del prossimo anno. Non parliamo solo di Quota 100 con l’uscita ai 38 anni contributivi e 62 anni d’età, ma anche di chi ha sulle spalle carriere discontinue, che potrebbe accedere a una misura pensionistica con un minimo di 20 anni contributivi. Una strategia prevista dalla pace contributiva che consente di riempire i buchi previdenziali evitando di toccare i 70 anni con una pensione di vecchiaia.

Uscita anticipata con 7 finestre ​

La novità più importante investe il funzionamento delle finestre mobili e il divieto di cumulo tra il reddito percepito da lavoro e l’assegno pensionistico.

Chi tocca Quota 100 entro la fine del 2018 potrà accedere alla misura ad aprile 2019. Viceversa, chi raggiunge i requisiti per accedere alla pensione anticipata nel 2019, deve rispettare le finestre trimestrali, presumibilmente saranno 4 le date di accesso alla misura disposte nell’arco dell’anno prossimo per il settore privato.

Il sistema che dovrebbe investire il settore pubblico prevede l’uscita con Quota 100 attraverso due finestre semestrali. Discorso diverso investe la Scuola dove si presume una sola finestra. Molto probabilmente Opzione donna, potrebbe essere rilanciata con un’uscita per le lavoratrici con 58 anni e sette mesi di età e 35 anni contributivi, mentre per le autonome con 59 anni e sette mesi di età e 35 anni di contribuzione, con l’assegno pensionistico quantificato con il sistema contributivo.

Pensione di cittadinanza dalle pensioni d’oro

La copertura del fondo pensione di cittadinanza prevede il raggiungimento di una soglia pari a circa 780 euro su base mensile, un tetto che sarà raggiunto attraverso il contributo di solidarietà che investirà le Pensioni d’oro. I tecnici stanno lavorando su varie opzioni dal prelievo su base quinquennale con 5 aliquote, quali:

  • 8-10% per gli assegni pensionistici che non superino i 130mila euro lordi l’anno;
  • 12-14% per gli assegni fino a 200mila euro lordi l’anno;
  • 14-16% per gli assegni pensionistici non oltre i 350mila euro lordi l’anno;
  • 16-18% per gli assegni fino a 500mila euro lordi l’anno;
  • 20% secco per gli assegni pensionistici superiori al mezzo milione.

Tante solo le opzioni che ruotano intorno al prelievo sulle pensioni d’oro.

È possibile che negli ultimi ritocchi sulla bozza di Bilancio il prelievo non venga applicato sulle pensioni a base contributive e che le aliquote diventino 4. Il ricavato delle pensioni d’oro confluirà in un apposito Fondo di garanzia indirizzato alla copertura delle nuove prestazioni assistenziali.