Esiste il rischio concreto che dal prossimo 1 gennaio 2019 più di 50.000 lavoratori assunti attraverso la mediazione delle Agenzie per il Lavoro private non vedano rinnovato il proprio contratto di lavoro a tempo determinato a causa delle disposizioni attuative della Circolare n°17 del 31 ottobre 2018 emanata dal Ministero del Lavoro, guidato dal Vicepremier Luigi Di Maio. La Circolare ministeriale, infatti, secondo quanto riferisce il quotidiano "La Stampa", avrebbe anticipato, retrodatandolo a prima dell'entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Dignità, il termine di scadenza dei 24 mesi di durata di un contratto a tempo determinato.

Di conseguenza, le aziende si troverebbero dinanzi alla scelta di convertire i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato o licenziare i dipendenti. Secondo diverse associazioni delle agenzie interinali, come Assolavoro, e anche diverse associazioni datoriali come Federmeccanica, la scelta più ovvia sarebbe purtroppo la seconda.

Le stime di Assolavoro e Federmeccanica

Secondo i calcoli effettuati da Assolavoro, e che l'associazione precisa di considerare come una stima molto prudenziale, dovrebbero essere almeno 53.000 i lavoratori a tempo determinato che non si vedranno rinnovare il contratto. Da parte sua Federmeccanica stima che almeno il 30% delle aziende ad essa associate procederanno a chiudere i rapporti di lavoro in essere da 24 mesi.

Più nel dettaglio la stima effettuata da Assolavoro, arrotondata per difetto, è stata elaborata sull'intero settore dei dati rilevati dalle varie agenzie e che copre quasi il 90% del mercato.

Per quanto riguarda Federmeccanica, la concomitanza dell'annuncio del rischio che corrono migliaia di lavoratori italiani, con contratti a tempo determinato o anche in somministrazione, è solo una coincidenza.

Ma secondo quanto riferiscono da Confindustria potrebbe essere il primo di una lunga serie. Secondo l'associazione degli industriali, infatti, si tratta di un fenomeno che interesserebbe tutti i settori. Ecco perché più volte Assolavoro avrebbe sollecitato il Governo M5S - Lega quantomeno a "correggere il tiro" modificando le disposizioni della Circolare ministeriale n°17.

Il meccanismo avverso della Circolare n°17

La Circolare n° 17 del 31 ottobre 2018, emanata dal Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali, stabilisce, che un contratto a termine può avere una durata massima di 12 mesi. Ma il datore di lavoro può, eventualmente, prorogare il contratto di altri 12 mesi, arrivando quindi al massimo a 24, se esistono delle precise condizioni. Queste riguardano esigenze temporanee e oggettive estranee all'attività ordinaria, oppure esigenze di sostituzione di altri lavoratori, o ancora esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria.

La Circolare precisa, poi, che per verificare se ci si trovi effettivamente in queste condizioni occorre tenere presente la durata complessiva dei vari rapporti di lavoro intercorsi tra il lavoratore e il datore di lavoro, compresi anche quelli precedenti all'entrata in vigore del Decreto Dignità.

Di conseguenza, se un lavoratore ha avuto dei contratti di lavoro a tempo determinato nel 2015 o nel 2016 la durata di questi entra nel calcolo dei 24 mesi complessivi del limite massimo. Questo, ovviamente, si ripercuote direttamente sui lavoratori che potrebbero non vedersi rinnovato il contratto.