Qualche scettico o critico verso l’operato del governo sul pacchetto Pensioni e su quota 100, chiede di cambiare il nome a quella che è la misura che insieme al reddito di cittadinanza, rappresenta il cardine dell’intera manovra. Probabilmente, che la misura venga guardata da soggetti vicini alla maggioranza o lontani da essa, parlare di quota 100 è alquanto difficile. Questo strumento, già nella sua struttura normale, senza correttivi e nuovi vincoli imposti da Bruxelles, per molti non sarà centrabile quando la somma di età e contributi darà 100.
Inoltre, proprio per ridurre l’impatto della misura sui conti pubblici, come ordinato dai vertici della Commissione Europea , che minaccia sanzioni verso l’Italia se non si correggerà il deficit inserito nella manovra, saltano fuori ipotesi che prevedono la pensione con quota 100, spostata a 104. Tra ipotesi, proposte, indiscrezioni e smentite, la novità previdenziale tanto attesa e dibattuta è ancora in lavorazione, tanto è vero che il primo via libera parlamentare alla manovra è stato dato senza che al suo interno ci sia la minima traccia della misura.
Le misura ed il suo funzionamento
In tempi di campagna elettorale, quella del 4 marzo scorso che ha portato al governo Movimento 5 Stelle e Lega, si parlava di quota 100 per tutti.
In pratica, la misura avrebbe dovuto consentire l’accesso anticipato alla quiescenza quando sommando età e contributi versati davano 100. Dopo il contratto di governo e l’inizio dei lavori sulla manovra, la misura è stata vincolata a due specifici requisiti. Sono necessari 62 anni di età e 38 di contributi come soglie minime per accedere al nuovo canale di uscita dal lavoro.
Con questi due vincoli, evidente che di quota 100 si possa parlare solo per chi ha appena compiuto 62 anni e che ha appena chiuso i 38 anni di piena contribuzione previdenziale. Per il sessantatreenne per esempio, visto l’obbligo di avere comunque 38 anni di contributi (37 non bastano perché non si centra il vincolo contributivo), si esce dal lavoro a 101.
Più avanza l’età e più sale la quota e questo è già insito dentro la struttura dello strumento che la maggioranza ha già preparato. Questo senza considerare il meccanismo delle finestre di uscita che per i lavoratori del settore privato spostano la decorrenza della pensione di 3 mesi e per gli statali addirittura di 6 mesi. Vincoli e paletti che servono a limitare la platea di accesso che altrimenti raggiungerebbe numeri troppo elevati per essere sostenibile per i conti dello Stato. Ed anche così per l’Europa non basta, perché ci sarebbe da limare ancora l’esborso. Il governo ha stanziato originariamente 6,7 miliardi per il pacchetto pensioni (che oltre a quota 100 comprende anche opzione donna) e adesso sembra orientato a ridurre di almeno 2 miliardi quanto messo nel piatto.
L’idea di Brambilla e la smentita di Salvini
Una soluzione che da qualche giorno sta impazzando sugli organi di stampa e sul Web è quella proposta da Alberto Brambilla, noto esperto in materia previdenziale, presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali e soggetto notoriamente vicino alla Lega. Per il primo anno di applicazione, cioè per il 2019, la quota 100 potrebbe essere varata solo per chi ha chiuso il doppio requisito entro fine 2018. Inoltre, bisognerebbe aver raggiunto la quota almeno da due anni. Una autentica mannaia in termini di platea di destinatari della novità, perché in pratica si parla di quota 104. Inoltre, sembra prendere piede l’idea di varare quota 100 solo fino al 2021, cioè a validità triennale.
L’ipotetico boom di domande che arriveranno, perché i lavoratori correrebbero a richiedere la pensione anticipata per la paura che la misura presto sparisca, verrebbe detonato da clausole di salvaguardia che, come riporta il Messaggero, limiterebbero le accettazioni delle domande fino ad esaurimento risorse, con regole di priorità e graduatorie ancora da scrivere. Parliamo ancora di ipotesi, perché anche quella di Brambilla è solo una proposta. Infatti sull’argomento il vice Premier Salvini ha smentito categoricamente che l’esecutivo stia prendendo in considerazione l’idea della quota 104 di Brambilla. Secondo il leader della Lega, quanto detto dal tecnico previdenziale può essere considerata una idea o una considerazione strettamente personale.