Dai sindacati emergono forti perplessità in merito ai nuovi meccanismi di funzionamento della pensione anticipata tramite la quota 100 ed in particolare sulle differenze che sussistono tra i lavoratori pubblici e quelli del settore privato. Una situazione che sembra preoccupare molto i sindacalisti, tanto da definire il contesto come di "intollerabile disparità". A creare turbamento sarebbero in particolare due questioni, ovvero le differenti finestre mobili nell'accesso all'Inps e i lunghissimi tempi di attesa nella PA per poter ricevere la liquidazione del TFR/TFS, mentre sullo sfondo si punta il dito contro il mancato superamento della rigidità previdenziale risalente alle regole decise nell'ormai lontano 2011.

Per la Cgil norme peggiorate rispetto alla Legge Fornero

Stante la situazione appena descritta, resta la delusione per un provvedimento di flessibilità che non sembra rappresentare un cambiamento di paradigma rispetto al passato. Ed anzi, secondo la FP Cgil, "propagandavano la riforma della legge Fornero, hanno finito col peggiorare le norme relative ai dipendenti pubblici con un trattamento differenziato rispetto ai lavoratori del privato". Mentre all'orizzonte si profilano verifiche sull'illegittimità del provvedimento, resta la delusione per il mancato confronto tra il Governo e le parti sociali. Ovviamente la verifica potrà cominciare solo quando si avrà il testo definitivo del decreto con il quale si avvieranno i nuovi pensionamenti anticipati tramite la quota 100, ma i dettagli emersi nelle scorse ore destano apprensione.

Pensioni anticipate con Quota 100 differite nella pubblica amministrazione

A preoccupare in particolar modo sarebbe proprio la differenza di trattamento nell'accesso alla pensione anticipata tramite la quota 100. Per i lavoratori della P.A. la misura risulterà infatti differita, con lo slittamento del pagamento del primo assegno da parte di chi maturerà subito il diritto al prossimo luglio.

Ma oltre a ciò, si evidenzia anche una disparità di trattamento nel pagamento della liquidazione. Infatti, secondo le regole decise con la legge Fornero il diritto alla corresponsione matura quando si raggiungono i requisiti ordinari della pensione anticipata o di vecchiaia. Una regola che significa attendere fino ad 8 anni per chi fruirà della quota 100.

Mentre qualora il lavoratore dovesse scegliere di ottenere subito la liquidazione tramite un anticipo bancario, si rischia di dover corrispondere gli interessi passivi sul prestito. In conclusione, così facendo si è vanificata l'aspettativa di un cambiamento nelle regole deciso con la Riforma Fornero; ed al contrario, per il sindacati si rischia purtroppo di peggiorare la situazione visto l'assurdo di caricare sui lavoratori gli interessi per la liquidazione di ciò che gli spetterebbe invece di diritto.