Sembra destinato a rimanere elevato l'interesse dei lavoratori per le nuove pensioni anticipate tramite la quota 100. I dati sul monitoraggio delle richieste dei lavoratori ricevuti direttamente dall'Inps o tramite il ricorso ai patronati mostrano infatti la crescita continua delle domande, tanto che a metà giornata del primo febbraio vengono riconosciute 13792 richieste di prepensionamento con la nuova opzione, di cui 1242 dalla provincia di Roma, 506 da Milano e 694 da Napoli. I numerie dimostrano quanto il sistema previdenziale sconti ancora la rigidità dei requisiti di uscita dal lavoro prodotta con la Manovra Fornero e risalente all'ormai lontano 2011, sebbene i requisiti di accesso (62 anni di età e 38 anni di contribuzione) sembrano destinati a lasciare ancora fuori dal perimetro della nuova flessibilità molti lavoratori con una carriera discontinua (quindi senza la possibilità di raggiungere il vincolo relativo all'anzianità dei versamenti).

Le scadenze ufficiali per l'accesso all'assegno tramite la quota 100

Per quanto riguarda l'esame dei requisiti utili per accedere al nuovo provvedimento di flessibilità, l'Inps ha specificato ufficialmente quali vincoli è necessario maturare attraverso la circolare numero 11 del 2019. I lavoratori del settore pubblico che desiderano fruire della prima finestra utile dovevano infatti presentare la propria pratica entro il 31 gennaio, pertanto già questo elemento potrebbe spiegare il motivo dell'elevato numero di pratiche ricevute dall'Istituto pubblico di previdenza. Ricordiamo che per la PA è prevista una finestra semestrale di attesa, resasi necessaria per poter garantire la continuità del servizio pubblico e gestire il turn over.

Per il settore privato è stata invece inserita una finestra trimestrale, pertanto i lavoratori che hanno maturato i requisiti di legge al 31 gennaio del 2018 potranno accedere all'Inps dal primo aprile.

Pensioni anticipate e TFS: la discussione sull'anticipo prosegue in Parlamento

Per i lavoratori pubblici che faranno ricorso alla quota 100 il decreto legge recentemente approvato in Gazzetta Ufficiale prevede anche la possibilità di richiedere un anticipo sul trattamento di fine servizio (TFS), altrimenti erogato alla maturazione della quiescenza secondo i criteri della legge Fornero.

Un vincolo che potrebbe comportare nei casi peggiori fino ad 8 anni di attesa. La nuova misura prevede la possibilità di chiedere immediatamente fino a 30mila euro, compensando il costo dell'operazione (dovuto agli interessi bancari passivi) con uno sgravio sull'Irpef dell'1,5 annuo (per un massimo complessivo del 7,5%). Sulla questione la discussione proseguirà in Parlamento durante l'esame di conversione del "decretone" in legge, stante la proposta di area leghista di aumentare il tetto dell'importo immediatamente richiedibile fino a 45mila euro.