Intanto si fa domanda di accesso alle Pensioni anticipate a quota 100, poi si valuta l'effettiva convenienza dell'assegno di uscita e, con l'opzione "dietrofront", aderendo con riserva alla misura novità del 2019, si decide se andare in pensione oppure continuare a lavorare. E' questa la tendenza di molti prossimi pensionati in merito alla necessità di presentare la domanda di uscita con le pensioni anticipate a quota 100 rivendicata dal sindacato dell'Inca-Cgil. E, pertanto, spiegano dal sindacato, non tutti coloro che hanno già presentato o che presenteranno domanda di uscita poi realmente andranno in pensione con la misura voluta per riformare le pensioni Fornero da Matteo Salvini e da Luigi Di Maio.

Pensioni anticipate con uscita a quota 100: ultime novità di oggi sulla domanda

In effetti, dai Centri di assistenza fiscale (Caf) evidenziano che molte delle domande di pensione anticipata a quota 100 sono state presentate con riserva e, dunque, con la possibilità di fare dietrofront e di scegliere un'altra modalità di uscita per la pensione o di continuare a lavorare. Nel dettaglio, gli aspiranti pensionati cercheranno di capire la reale convenienza ad andare in pensione a partire dai 62 anni e, soprattutto, l'entità del proprio assegno futuro di pensione. La misura sperimentale in vigore nel corrente triennio, dal 2019 al 2021, la quale sta riscuotendo un forte interesse tra i lavoratori che desiderano andare in pensione quanto prima.

Tuttavia, l'uscita è garantita per lo più beneficiando il metodo retributivo delle pensioni trattandosi di lavoratori che abbiano accumulato almeno 38 anni di contributi e, pertanto, con alle spalle decenni di attività e di versamenti continuativi. La convenienza delle pensioni a quota 100 si manifesta proprio in questo triennio 2019-2021: come spiega il quotidiano Il Secolo XIX rifacendosi alle simulazioni dell'Istituto Itinerari previdenziali, già a partire dal 2022, nel caso in cui questa misura dovesse essere prorogata, si allargherebbe vertiginosamente la platea dei futuri pensionati con il metodo misto e conseguente calcolo della pensione in parte con il meccanismo contributivo.

Le pensioni risulterebbero, pertanto, dall'importo più basso.

Convenienza uscita quota 100 rispetto alle pensioni anticipate e pensione di vecchiaia

Ma le stesse simulazioni evidenziano anche che la scelta di uscita con le pensioni anticipate a quota 100 deve essere ponderata in base all'aspettativa di vita e, dunque, nel più lungo termine.

Infatti, è vero che l'assegno di pensione con la quota 100 è più basso nel medio termine rispetto al mensile assicurato dalle pensioni di vecchiaia a 67 anni, ma è altrettanto vero che la convenienza della quota 100 dovrà misurarsi sul maggior numero di anni per i quali si percepirà la pensione. Dunque, un lavoratore che vada in pensione anticipata a 62 anni godrà di un montante di assegni maggiore di cinque anni rispetto ad un contribuente che scelga l'uscita con la pensione di vecchiaia. In base ad un recente studio pubblicato da Il Messaggero, infatti, considerando che la maturazione della pensione di vecchiaia comporta un'aspettativa di vita pensionistica media di 19 anni, l'uscita a quota 100 garantirebbe almeno 23 anni di assegni pensionistici con un incremento dal 3 all'8 per cento dovuto alla rivalutazione nel tempo degli assegni. I maggiori effetti positivi delle pensioni si riscontrano, dai calcoli, per gli assegni di pensione non troppo elevati grazie anche alla minore incidenza della tassazione Irpef.