Con il decretone si sono registrate importanti novità anche per le donne che desiderano fruire della cosiddetta opzione donna, ovvero una misura in grado di assicurare l'uscita dal lavoro prima dei 60 anni purché si posseggano precisi requisiti e si accetti il ricalcolo contributivo puro dell'assegno. Vincoli che portano di fatto ancora molte donne a risultare escluse dall'opzione, sia perché tagliate fuori dai requisiti, sia perché il ricalcolo produce una penalizzazione eccessiva nell'importo della pensione. Resta il fatto che il pensionamento anticipato tramite opzione donna resta una scelta su base volontaria, pertanto il suo ritorno attraverso la proroga rappresenta certamente un passo in avanti rispetto all'esigenza di molte donne di poter ottenere il prepensionamento.

I criteri di accesso all'opzione donna nel 2019

Entrando nel merito della nuova opzione donna, si tratta di una misura che consente l'accesso anticipato alla pensione a partire dai 58 anni di età (59 anni nel caso di versamenti come lavoratrici autonome) e dai 35 anni di contribuzione. Da notare che i requisiti non risultano soggetti all'adeguamento all'aspettativa di vita. Come già evidenziato, l'importo dell'assegno verrà calcolato applicando il metodo contributivo puro, mentre la decorrenza prevede una finestra di accesso di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autonome. Inoltre, per superare il vincolo contributivo non si può purtroppo tenere conto della contribuzione figurativa per malattia e disoccupazione, se previsto dalla gestione previdenziale interessata.

Pensioni anticipate OD: il problema delle escluse

Tra le principali criticità che caratterizzano la misura c'è la questione delle cosiddette escluse, ovvero delle lavoratrici che non maturano il diritto in virtù dei requisiti stringenti. La nuova proroga prevede infatti di limitare la sperimentazione a coloro che hanno raggiunto i requisiti di legge entro il 31 dicembre 2018, tagliando fuori ad esempio le donne nate nel 1961.

Sulla questione le aspettative delle lavoratrici restano comunque elevate, considerando che recentemente dal Governo sono giunte ipotesi riguardanti una stabilizzazione della misura attraverso la sua conversione in senso strutturale. In merito alla vicenda, sarà sicuramente importante monitorare la discussione riguardante il decretone attualmente in corso presso il Parlamento.