Il tema della riforma previdenziale e della necessità di maggiori tutele nell'accesso alla pensione continua a caratterizzare il dibattito pubblico, con posizioni tra Governo e Organizzazioni sindacali che sembrano destinate a rimanere distanti. È per questo motivo che le sigle componenti la piattaforma sindacale si preparano ad una nuova mobilitazione nazionale, fissata per il prossimo 1 giugno 2019.

Cgil, Cisl e Uil verso manifestazione sulla riforma previdenziale

Dopo aver constatato la distanza rispetto alle posizioni dell'esecutivo, le parti sociali tornano a preparare una nuova discesa in piazza per i prossimi mesi.

All'interno di un recente comunicato Cgil, Cisl e Uil hanno infatti annunciato l'intenzione di avviare tre assemblee il prossimo 9 maggio, rispettivamente a Padova, Roma e Napoli. Seguirà poi la mobilitazione generale, fissata come già evidenziato per il prossimo 1 giugno 2019, con la quale si protesterà contro "la totale mancanza di attenzione nei confronti dei pensionati da parte del Governo". A pesare in particolare è la mancanza di accoglimento delle proposte avanzate ormai da mesi, mentre l'unico effettivo provvedimento messo in campo ha riguardato "il taglio della rivalutazione" degli assegni.

I nuovi tagli sulle rivalutazioni delle pensioni al centro delle proteste

Particolare attenzione viene quindi posta ai tagli che verranno applicati agli adeguamenti a partire dal prossimo mese di aprile, una misura che per la piattaforma sindacale si aggiungerà "ad un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire".

Mentre gli aumenti collegati alle nuove Pensioni di cittadinanza produrranno un effetto definito come "molto limitato" e insufficiente per avere un reale impatto nella lotta alla povertà. Altre rivendicazioni riguardano poi le tasse applicate al comparto previdenziale (spesso maggiori rispetto a quanto viene applicato per i redditi da lavoro dipendente) ed all'insufficiente assistenza.

Mentre per quanto riguarda la quota 100 e le altre domande di accesso flessibile alla previdenza, si chiede di rispondere alle pratiche senza penalizzazioni per gli altri lavoratori e per i pensionati, pur consapevoli del significativo aumento di lavoro che ha dovuto affrontare l'Istituto pubblico di previdenza. Anche per questo si torna a chiedere lo sblocco delle nuove assunzioni di personale all'interno dell'amministrazione pubblica, deputata a gestire il nuovo flusso di richieste.