Le ultime novità di oggi, 3 marzo 2019, sulla pensione anticipata a quota 100 informano che è fuga dalla Scuola e dalla sanità di docenti e dottori per le domande presentate nel corso di questo primo scorcio del 2019 e sulle previsioni sul resto dell'anno. I dati Inps sulle domande ricevute nel mese scorso e nei primi giorni di marzo, infatti, segnalano le difficoltà di turn-over nei due comparti, i più numerosi della Pubblica Amministrazione, derivante proprio dal numero maggiore di domande di pensione con quota 100 rispetto alle uscite con i requisiti della riforma Fornero.

Si rischia, come affermano anche i sindacati, di svuotare le aule scolastiche e gli ospedali di personale in fuga grazie alla prima data utile per la pensione, accaparrabile con i requisiti dei 62 anni di età e i 38 di contributi minimi richiesti per la quota 100.

Ultime novità pensione anticipata: uscita quota 100, i numeri di oggi su scuola e sanità

Ad oggi, informa Il Messaggero, sono 78.432 le domande presentate di pensione anticipata con quota 100. Una buona fetta di queste domande arriva proprio dal comparto pubblico: 29.961 istanze presentate delle quali molte provenienti proprio dalla scuola e dalla sanità. Infatti, come informava nella giornata di ieri il quotidiano La Stampa, al 28 febbraio, giorno di scadenza per la presentazione delle domande di cessazione dal servizio dei docenti e del personale impiegato nella scuola a partire dal 1° settembre 2019, le istanze presentate erano 13.887, poco meno della metà di tutte le domande presentate dai lavoratori del pubblico impiego.

Proprio la scadenza del 28 febbraio scorso farebbe prevedere che nei prossimi mesi le domande dei docenti e degli Ata di uscita con la quota 100 potrebbe far registrare dei rallentamenti. Tuttavia, le Pensioni anticipate a quota 100 andranno a sommarsi alle uscite del personale della scuola con i requisiti delle pensioni anticipate e delle pensioni di vecchiaia della riforma Fornero, previste tra le 30 e le 40 mila.

Sul fronte della sanità, secondo quanto riportato dal quotidiano piemontese sulle stime dell'Inps, i medici che lascerebbero il posto di lavoro per andare in pensione con la quota 100 potrebbero arrivare a circa 4.500. Tuttavia, ai camici bianchi si aggiungerebbero anche i 2.500 infermieri in attesa di andare in pensione.

Pensioni anticipate con uscita a quota 100: assunzioni docenti non abilitati anno 2019/2020

Gli scenari che potrebbero ipotizzarsi nel corso del 2019 in conseguenza delle pensioni anticipate a quota 100 nella scuola e nella sanità metterebbero in allarme i due comparti della Pubblica amministrazione per il rischio delle coperture di cattedre e di camici bianchi. Infatti, proprio le assunzioni dei docenti nella scuola, rimanendo ai dati di settembre dell'anno scorso in base ai quali erano previste 57mila immissioni in ruolo, segnerebbero la difficoltà di trovare docenti abilitati in determinate materie di insegnamento. Secondo quanto riportato da La Stampa già al 1° settembre 2018 più della metà delle assunzioni previste nella scuola erano rimaste sulla carta per mancanza di insegnanti abilitati da immettere in ruolo.

La stessa situazione si potrebbe verificare nell'anno scolastico 2019/2020 con il ricorso alle supplenze per un gran numero di cattedre che verranno autorizzate dal ministero dell'Economia su proposta del Miur con l'estensione del reperimento di insegnanti non abilitati o da poco laureati. Il gap delle cattedre da coprire si verificherebbe soprattutto nelle regioni del Nord Italia con conseguente trasferimento di aspiranti docenti provenienti in larga parte dal Sud, dove le cattedre scarseggiano. La carenza di personale conseguente alle pensioni anticipate si potrebbe verificare anche negli ospedali dove, al 28 febbraio scorso, 491 dottori avevano presentato domanda di uscita con quota 100. Tuttavia, dal momento che nella sanità non c'è stato un primo step di scadenza come nella scuola, le stime fino al termine del 2019 dell'Inps parlano di circa 4.500 medici in procinto di andare in pensione con la quota 100 con conseguente rischio di paralisi degli ospedali dove tuttora mancano 10mila medici, soprattutto nei reparti di chirurgia, emergenza e pediatria.