C'è caos sulla domanda di uscita con pensione anticipata a quota 100, soprattutto per quanto riguarda i comparti della Pubblica Amministrazione. In attesa che il decreto legge numero 4 del 2019 possa essere convertito in legge, numerosi dipendenti statali che abbiano raggiunto i requisiti per andare in pensione anticipata con la quota 100 all'età minima di 62 anni e con 38 di contributi si sono precipitati a presentare domanda di cessazione dal servizio (nella scuola, ad esempio, la domanda dei docenti, Ata e presidi potrà essere presentata entro il 28 febbraio per le uscite con con decorrenza dal 1° settembre 2019).

Ad esclusione della scuola, le finestre di uscita determinano un preavviso da parte dei dipendenti della Pubblica amministrazione di almeno sei mesi: tuttavia, l'incertezza normativa della quota 100 determina la corsa ad accaparrarsi le condizioni previste dallo stesso decreto legge. E questo è l'andazzo che si è presentato anche tra i dipendenti della stessa Inps.

Ultime pensione anticipata: domanda di uscita quota 100, preavviso di 6 mesi per statali e scuola

Il timore dei dipendenti della Pubblica amministrazione in merito al preavviso della pensione anticipata a quota 100 è quello che le condizioni delineate dal decreto legge numero 4 del 2019 possa subire delle modifiche in sede di conversione in legge.

Pertanto, tanti lavoratori statali che abbiano raggiunto i requisiti di uscita secondo quanto previsto dallo stesso decreto, seguendo le indicazioni contenute nelle circolari Inps numero 10 e 11 del 2019 hanno presentato domanda di uscita con la quota 100. Tuttavia, l'incertezza della conversione del decreto legge, come spiega Il Sole 24 Ore ha indotto tantissimi dipendenti statali a presentare le domande di cessazione dal servizio (equiparabili alle dimissioni) per andare in pensione anticipata inserendo una clausola di salvaguardia, ovvero una riserva nel caso in cui la conversione del decreto legge dovesse riservare delle sorprese, soprattutto in considerazione dell'ampia finestra temporale di uscita di sei mesi.

La clausola contempla, dunque, la possibilità dei dipendenti della Pubblica amministrazione di ritirare le dimissioni nel caso in cui si dovesse cambiare idea dopo la conversione in legge del decreto, come se non si fosse mai presentata la domanda.

Quota 100 e ultime notizie oggi pensioni anticipate: Inps non accetta domanda con riserva

La stessa tendenza si è verificata anche all'interno dell'Inps per le domande di pensione anticipata a quota 100 dei propri dipendenti. Tuttavia, l'Istituto previdenziale è intervenuto in maniera opposta rispetto alle altre amministrazioni pubbliche diramando il messaggio Hermes numero 453 del 2019 dello scorso 31 gennaio. Nel messaggio si precisa che il ritiro delle dimissioni in vista della presentazione delle domande di quota 100 non verrà preso in considerazione. La motivazione risiede nella fattispecie che le dimissioni siano da considerare un negozio unilaterale recettizio, producendo la risoluzione del rapporto di lavoro nel momento in cui l'ente pubblico ne venga a conoscenza.

Essendo le dimissioni stesse indipendenti dalla volontà dell'Inps, il risultato che si produce è quello della non necessità di accettazione da parte dell'ente per poter essere efficaci. Pertanto, la revoca delle dimissioni non è idonea ad eliminare l'effetto risolutivo già prodotto.