Tito Boeri è stato a lungo il Presidente dell'Inps. Quando si parla di Pensioni e di lavoro può essere considerato uno dei maggiori esperti del settore. Non a caso Repubblica ha scelto di affidargli un editoriale che si pone l'obiettivo di commentare gli ultimi dati relativi all'occupazione, con sguardo anche a quello che è il sistema previdenziale. Boeri in una lunga analisi ha provato a spiegare il perché oggi ci siano dati positivi sul lavoro nonostante l'economia, attualmente, ristagni. Lo ha fatto sottolineando come le manifestazioni di esultanza sui dati diventano in realtà quasi una lode alla Legge Fornero, tanto osteggiata soprattutto dal governo in carica.
E non ha risparmiato anche una frecciata a Quota 100, fortemente voluta dal governo ma che, al momento, a suo dire rappresenterebbe un qualcosa che appesantisce il debito previdenziale.
Dato falsato secondo Boeri da tre aspetti
Oggi il livello dell'occupazione, secondo le indagini statistiche , avrebbe raggiunto quelli che erano i dati pre-crisi. Boeri sottolinea come, di fatto, ci siano voluti undici anni per riportare la situazione ad uno stato paragonabile a quello del 2008. Il tutto, però, è avvenuto nonostante il reddito nazionale resti per il 5% al di sotto di quello di oltre due lustri fa. Boeri spiega questi dati in controtendenza con il fatto che sono diventati molti di più i lavoratori che lavorano part-time, che per via della Fornero sono molti di più gli over 65 ancora al lavoro e che l'offerta di lavoro aumenta anche grazie alla forte incentivazione che porta la gente ad avere uno stipendio ma che, di fatto, ha un costo per lo Stato.
Boeri prospetta la stessa soluzione della Fornero
Nell'analisi dell'attuale mercato del lavoro Boeri offre due spunti relativi agli aspetti previdenziali. Sottolineando come oggi l'aumento dei lavoratori dipenda anche dalla quantità di over 65 ancora attivi, evidenzia come "chi usa toni trionfali nel commentare i dati sta tessendo le lodi alla riforma Fornero".
Non è l'unico passaggio in cui mostra vicinanza al pensiero della Professoressa, già Ministro nel governo Monti. Nei giorni scorsi, infatti, quest'ultima aveva sottolineato come sarebbe stato opportuno sfruttare il fisco per pagare i contributi a chi oggi è inoccupato ed evitare che, in un futuro, possa patire le conseguenze di avere una pressione bassa.
Un pensiero che, in un certo senso, non è molto distante da quello di Boeri. L'ex Presidente dell'Inps, sottolineando come l'attuale debito pensionistico adesso sia gravato anche da Quota 100, individua nella fiscalità generale uno strumento finanziare una parte della contribuzione.
"Avere - sottolinea Boeri - una parte dei propri contributi finanziati dalla fiscalità generale per chi deve finanziare un debito pensionistico appesantito dalla cosiddetta Quota 100 e avrà trattamenti molto meno generosi di chi va oggi in pensione darebbe un piccolo, ma significativo segnale di equità intergenerazionale".