Dall'Inps arrivano nuovi aggiornamenti in merito alle pensioni anticipate tramite quota 100 e ai vincoli decisi dal legislatore per la fruizione della misura. I chiarimenti delle ultime ore aggiungono infatti importanti precisazioni a quanto già indicato nella circolare numero 11 del 2019, con la quale è entrata in funzione la normativa.
Riforma pensioni e quota 100: il contenuto della circolare 117/2019
L'ultima comunicazione dell'Istituto pubblico di previdenza sulla quota 100 ha preso forma attraverso la circolare 117 del 2019, nella quale si è affrontato nuovamente il tema dell'incumulabilità dell'assegno pensionistico con redditi da lavoro dipendente o autonomo.
L'Inps ha inoltre ribadito la possibilità solamente parziale di ricorrere ai redditi da lavoro occasionale, purché questi non eccedano i 5 mila euro annui. Anche in quest'ultimo caso però i tecnici dell'istituto hanno adottato un'interpretazione piuttosto restrittiva, eccedendo quanto previsto in senso letterale dalla legge. Questo perché nel plafond dei 5 mila euro annui vanno considerati i redditi dell'intero anno d'imposta, nonostante la normativa faccia riferimento al divieto di cumulo solo a partire dal primo giorno di decorrenza della pensione.
L'interpretazione differente rispetto all'APE sociale
A rendere l'interpretazione appena evidenziata particolarmente restrittiva vi è anche il fatto che per l'incumulabilità con i redditi da lavoro autonomo o dipendente dell'APE sociale la stessa Inps prevede di considerare i redditi percepiti nell'anno d'imposta solo a seguito della decorrenza del trattamento.
Diventa quindi evidente che tra le due misure vi sia nei fatti un'interpretazione operativa opposta, nonostante si tratti in entrambi i casi di misure di flessibilità previdenziale e nonostante su questo punto specifico il testo della normativa appaia molto simile.
I rischi per chi continua a lavorare dopo la decorrenza dell'assegno anticipato
Per chi dovesse proseguire nell'attività lavorativa nonostante il divieto di cumulo scatta la verifica dell'Inps e quindi la sospensione dell'erogazione dell'assegno nell'anno e nei mesi che precedono il raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.
Oltre a ciò, l'istituto provvederà al recupero delle somme già erogate in precedenza con l'accesso alla quota 100. I potenziali fruitori del nuovo meccanismo di prepensionamento faranno quindi bene a prestare la massima attenzione prima di procedere con la richiesta, qualora stiano valutando un'eventuale prosecuzione dell'attività lavorativa. Anche perché i controlli sono già partiti sia da parte della stessa Inps che dall'Agenzia delle Entrate, grazie all'incrocio delle banche dati presenti nella pubblica amministrazione.