La flessibilità previdenziale ed il superamento della legge Fornero restano al centro delle ultime dichiarazioni in arrivo dai sindacati, ed in particolare dal responsabile della previdenza pubblica in Cgil Enzo Cigna. Il sindacalista è stato intervistato nella giornata di ieri da Radio Articolo 1 ed ha ribadito la necessità di un intervento in grado di superare non solo gli attuali limiti delle pensioni anticipate tramite quota 100, ma anche della rigidità in uscita dal lavoro imposta con la legge Fornero.
Cigna (Cgil): 'La quota 100 è una risposta sbagliata'
Spiegando il proprio punto di vista sulla flessibilità previdenziale e sulle nuove pensioni anticipate tramite quota 100, Cigna ha evidenziato che il provvedimento rappresenta "una risposta sbagliata ad un problema vero". Questo perché nel nostro sistema c'è bisogno di una riforma di ampia portata, che possa effettivamente superare i limiti della legge Fornero. Al contrario, la misura avviata dal precedente esecutivo e che permette il pensionamento a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti lascia fuori dalla flessibilità coloro che effettivamente hanno maggiore bisogno di un prepensionamento. Si pensi ad esempio alle donne che non si vedono riconoscere il lavoro di cura, ma anche ai lavoratori che hanno impieghi discontinui.
"Quota 100 resta una misura parziale, che non bisogna esaurire prima della fine della sperimentazione triennale, ma che comunque va rivista nelle sue lacune più grosse", conclude Cigna.
Pensioni anticipate: il tema dei lavoratori pubblici e delle risorse per Q100
Stante la situazione, il dirigente della Cgil ha poi fatto il punto sulla peculiare situazione dei lavoratori pubblici, che tramite la quota 100 si trovano ad una finestra di attesa più ampia rispetto ai privati.
La preoccupazione in questo caso va anche al problema del turn over, visto che in molte istituzioni pubbliche si va verso una riduzione drammatica degli organici. Serve quindi "un piano di assunzioni altrettanto corposo rispetto ai pensionamenti". Infine, rispetto alla tematica delle risorse Cigna ricorda che sulle proiezioni della Ragioneria dello Stato "i conti non tornano".
A tal proposito, il sindacalista riconosce un impatto importante sui conti, ma ne evidenzia anche la sostenibilità. Anche perché le richieste di fruizione nel triennio, secondo i calcoli interni del sindacato, dovrebbero essere inferiori non solo alle stime della RdS, ma dello stesso governo. Questo significa che al termine della sperimentazione (nel 2021) ci sarà un risparmio considerevole all'interno del bilancio dell'Inps. Risorse che il sindacato spera possano essere utilizzate al fine di avviare il definitivo superamento della legge Fornero.