Le lavoratrici tornano a chiedere maggiore flessibilità in accesso alla pensione attraverso le parole di Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social. All'interno di un post pubblicato ieri sera nella bacheca del gruppo la fondatrice ha infatti ribadito la necessità di dare seguito alle rivendicazioni delle donne attraverso la proroga delle Pensioni anticipate tramite l'opzione donna e l'istituzione di una nuova quota 100 declinata al femminile (contenente quindi specifici profili di tutela). Infatti, secondo Armiliato la questione della rigidità di accesso alla pensione per le donne deve essere affrontata attraverso due provvedimenti paralleli ed allo stesso tempo complementari, in modo da "soddisfare differenti bisogni".

Con ciò, dal CODS si evidenzia innanzitutto che le due opzioni risultano differenti e che in ogni caso non si escludono a vicenda, risultando entrambe necessarie al fine di ripristinare una situazione di equità rispetto alle differenze di genere che caratterizzano attualmente il nostro sistema previdenziale.

Le richieste riguardanti la proroga dell'opzione donna

Per quanto concerne la proroga dell'opzione donna, ricordiamo innanzitutto che da tempo le lavoratrici ne chiedono l'estensione e la stabilizzazione. Infatti, il provvedimento consente attualmente l'accesso alla pensione anticipata a partire dai 58 anni di età (59 anni se autonome) e 35 anni di contribuzione, purché maturati entro il termine dello scorso anno, accettando però il ricalcolo interamente contributivo dell'assegno.

A tal proposito, il Comitato Opzione Donna Social suggerisce "da tempo che sia prorogata con un unico provvedimento" fino all'anno 2023. Questo affinché si possa "evitare la pessima pratica del rinnovo di anno in anno, che vede le lavoratrici sottoposte ad un angosciante stillicidio". Purtroppo ormai da tempo si verifica esattamente questo fenomeno, visto che il rinnovo dell'opzione donna viene trascinato annualmente senza che sulla questione possa effettivamente arrivare una soluzione considerabile come definitiva.

Da qui le richieste avanzate dal CODS al nuovo esecutivo.

La proposta del pensionamento anticipato tramite quota 100 rosa

Per quanto concerne la "quota 100 rosa" il CODS ha proposto di valorizzare il cosiddetto Lavoro di cura. Nella pratica, si tratta di allentare gli attuali requisiti di accesso alla quota 100 (62 anni di età e almeno 38 anni di contribuzione), abbassando il vincolo contributivo a 36 anni.

In questo modo, si riconosce alle donne uno sconto di due anni utile a valorizzare il lavoro di cura svolto nel corso della vita. In merito a tale proposta, Orietta Armiliato spiega la propria posizione richiamando un intervento del legislatore all'interno della nuova legge di bilancio 2020. "Ci auguriamo che possa trovare spazio nei capitoli delle prossime proposte previdenziali, dando finalmente tangibile seguito al concetto, fino a qui espresso da più parti, della volontà di valorizzare il cosiddetto lavoro di cura” ha sottolineato la fondatrice del Comitato Opzione Donna Social, concludendo il proprio intervento al riguardo.