Per ora non si cambia: la Manovra di fine 2019 lascerà immutate le Pensioni anticipate a quota 100 e le modifiche alla riforma delle pensioni di Elsa Fornero con il blocco dei contributi richiesti alle pensioni di anzianità fino al 2026. A fare un'analisi approfondita di quanto abbiano funzionato finora le pensioni anticipate a quota 100 è Giuliano Cazzola in un intervento pubblicato sul Quotidiano del Sud, sottolineando che la misura introdotta da Matteo Salvini e da Luigi Di Maio nel precedente Governo sia stata un regalo per i lavoratori del Nord Italia e che, soprattutto, si continui ad uscire con le pensioni anticipate dettate dai requisiti della riforma Fornero che assicurano, tra l'altro, un'età di abbandono del lavoro mediamente più bassa rispetto alla stessa quota 100.

Pensioni anticipate: ultime notizie oggi su quota 100 e uscita requisiti Fornero a 42 anni e 10 mesi

Più approfonditamente, nella sua analisi Cazzola denuncia la mancata discontinuità della riforma delle pensioni anticipate con l'introduzione della quota 100 di circa un anno fa rispetto alla riforma Fornero e gli errori commessi nelle manovre finanziarie quando si metta mano ai pensionamenti. Secondo l'economista, dati disponibili alla mano, la quota 100 non ha assicurato quel passaggio di consegne della pensione anticipata Fornero che si matura con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, raggiungibile per le donne con 41 anni e 10 mesi di versamenti. Anzi, i lavoratori continuano ad uscire con la misura della legge Fornero che, tra l'altro, risulta più costosa della stessa quota 100.

Infatti, lo stop all'adeguamento dei requisiti contributi richiesti a uomini e donne, rispettivamente con meno di 43 e 42 anni di versamenti così come richiesto dalla legge di Bilancio del 2019, rimarrà in vigore fino al 2026 e continuerà a favorire i lavoratori che abbiano iniziato a lavorare in giovane età con un costo, dettato proprio dal mancato adeguamento dei contributi alla speranza di vita per otto anni, ben rilevante per le casse statali.

Peraltro, la mancanza del requisito anagrafico per questo tipo di uscita anticipata consente, mediamente, di andare in pensione ad un'età relativamente bassa attestatasi, secondo i dati diramati da Cazzola, a 62 anni. Difatti, le pensioni anticipate con l'anzianità Fornero accolte dall'Inps nei primi nove mesi del 2019 sono state 59 mila, il 46 per cento del totale delle domande presentate per questo canale di pensionamento.

Pensione anticipata: età uscita quota 100 a 64 anni, più alta della pensione di anzianità

L'età di uscita media delle pensioni anticipate con i requisiti contributivi della riforma Fornero risulta, peraltro, ben più bassa di quella delle pensioni a quota 100. Infatti, a discapito dell'età minima di 62 anni richiesta dalla misura di Salvini e Di Maio e prendendo in esame le ultime rilevazioni fatte dall'Inps, nei primi nove mesi del 2019 di sperimentazione (fino a fine settembre) i lavoratori che abbiano fatto richiesta di uscita con la quota 100 sono stati in tutto 184.890 dei quali 71.831 sono i contribuenti con età fino a 63 anni di età, 78.896 i lavoratori tra i 63 ed i 65 anni e 34.163 quelli di oltre 65 anni.

Già da questi numeri si può notare, secondo Cazzola, che le domande di uscita per quota 100 siano state presentate finora maggiormente da lavoratori tra i 63 e i 65 anni, dato che conferma l'età media di uscita con quota 100 a 64 anni. È rilevante aggiungere, inoltre, che su oltre 184 mila domande di pensione a quota 100 presentate, finora l'Inps ne abbia accolte 114 mila: qualche anno in più dell'età di uscita rispetto al minimo fissato a 62 anni garantisce di avere fatto correttamente i conti prima di presentare domanda e di possedere i 38 anni di contributi minimi richiesti dalla misura in mancanza dei quali l'istanza stessa viene rigettata.