Il confronto era stato fissato dai sindacati e dall'ex-ministro Fioramonti per discutere dell'attuazione del decreto legge N. 126 del 2019, in particolare per negoziare sulle questioni dei rinnovi contrattuali e delle procedure di reclutamento.
Fra le varie sigle sindacali si ritiene che le motivazioni principali che hanno portato a questo rinvio siano le dimissioni di Fioramonti e il decreto per lo spacchettamento del Miur, che dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni. Quest'ultimo consiste in un piano per il cambiamento strutturale del ministero, dividendolo di fatto in due ministeri indipendenti fra loro, da un lato la Scuola e dall'altro l'Università e la Ricerca.
Il presidente del consiglio Conte ha annunciato che a capo di questi due enti istituzionali verranno nominati due nuovi ministri. La nuova ministra dell'Istruzione sarà la sottosegretaria del Movimento 5 Stelle Lucia Azzolina, mentre il nuovo ministro dell'Università e la Ricerca sarà l'attuale rettore dell'ateneo Federico II di Napoli Gaetano Manfredi. La paura dei sindacati è che questa situazione rallenti fortemente il Miur, poiché ritengono che prima di poter risolvere il dilemma dei precari dovrà riuscire a riorganizzare in maniera efficiente le mansioni del ministero nel corso della scissione.
I temi al centro della discussione sulla scuola
L'obiettivo dell'incontro del 7 gennaio sarebbe stato quello di trovare una soluzione che portasse ad una maggiore tutela dei diritti dei precari. Secondo i sindacati la questione è stata rimandata per troppo tempo e questo slittamento rischia di penalizzare un'intera classe di lavoratori che hanno bisogno di certezze.
A detta loro un incontro a breve garantirebbe di far partire più rapidamente i bandi per i concorsi e inoltre permetterebbe di poter discutere dell'introduzione dei concorsi straordinari. Sul tema scuola I sindacati ricordano oltretutto che presto si assisterà ad un forte effetto turn-over, il quale potrebbe essere un'ottima opportunità per garantire nuovi posti di lavoro, se l'esecutivo sarà pronto a prendere sul serio il tema del precariato nelle scuole.
Inoltre le parti sociali si augurano di poter sedere al banco delle trattative per discutere dell'attuazione di serie riforme che rendano più sostanzioso e valido il sistema di formazione e abilitazione. Quest'ultimo dovrà essere aperto a tutti i docenti, indipendentemente dalla loro esperienza. L'accessibilità dovrà essere garantita sia ai professori di ruolo, sia ai neo-laureati, in maniera tale da garantire che gli insegnanti possano fornire agli studenti un'esperienza didattica esemplare.
Nonostante la perplessità dei sindacati il Miur è già al lavoro sulla redazione dei nuovi bandi del concorso ordinario e straordinario, perciò lo slittamento dell'incontro del 7 gennaio potrebbe non influire in maniera eccessiva.