Rimarrà invariato il requisito anagrafico delle Pensioni di vecchiaia fino al 31 dicembre 2022: ancora per tutto il triennio a partire dal 1° gennaio 2020, infatti, si potrà andare in pensione al compimento dell'età anagrafica di 67 anni. Poi, con decorrenza fissata al 1° gennaio 2023, come fa sapere la nuova circolare dell'Inps numero 19 del 7 febbraio 2020, il requisito anagrafico potrebbe essere adeguato agli indici della speranza di vita, secondo quanto prevede l'articolo 12 del decreto legge del 31 maggio 2010, poi convertito nella legge del 30 luglio 2010, la numero 122.
E, secondo le prime proiezioni della speranza di vita, l'età di uscita per andare in pensione potrebbe aumentare di tre mesi a partire dal 2023, fissandosi dunque a 67 anni e tre mesi.
Pensioni anticipate, quota 100 e vecchiaia: ultime notizie oggi su uscita nel 2020 e 2021
Per effetto della circolare Inps pubblicata nella giornata di ieri, le pensioni di vecchiaia, fissate con età di uscita a 67 anni, avranno il medesimo requisito anagrafico anche dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022, aggiornandosi poi dal 1° gennaio 2023. Rispetto alla conferma delle pensioni di vecchiaia, specifica ancora l'Inps nella circolare, la pensione anticipata non subirà variazione: l'uscita con i soli contributi rimarrà in vigore a 42 anni e dieci mesi (per i lavoratori) e a 41 anni e dieci mesi (per le lavoratrici) fino al 31 dicembre 2026, limite temporale prolungato dalla legge di Bilancio 2019 e dal successivo Decreto legge numero 4 del 2019 che ha introdotto le pensioni a quota 100.
Proprio per la quota 100 è scontata l'età minima di uscita a 62 anni fino al termine della sperimentazione che avverrà il 31 dicembre 2021. Un'altra formula di pensione anticipata, invece, rimane vincolata agli aumenti della speranza di vita delle pensioni di vecchiaia: si tratta delle uscite anticipate del sistema contributivo (per i lavoratori che abbiano iniziato a contribuire dopo il 31 dicembre 1995) che permettono di andare in pensione all'età di 64 anni unitamente a 20 anni di contributi, purché il futuro assegno sia non meno di 2,8 volte l'importo della pensione sociale.
Anche per questo meccanismo di pensione anticipata l'età minima rimarrà fissata a 64 anni fino a tutto il 2022, in attesa di ulteriori aumenti dell'aspettativa di vita legati agli incrementi delle pensioni di vecchiaia.
Pensioni, uscita vecchiaia a 67 anni: ultime novità dalla nota Inps, chi va in pensione nel 2020, 2021 e 2022
In merito, dunque, ai requisiti per andare in pensione di vecchiaia nel 2020, 2021 e 2022, è possibile verificare la propria prima data utile di uscita semplicemente tenendo presente il proprio giorno di nascita. Infatti, considerando che nel 2019, anno in cui a partire dal 1° gennaio era entrato in vigore l'aumento di età di cinque mesi per la pensione di vecchiaia fissandosi a 67 anni, a partire dal 1° gennaio scorso e per tutto il 2020 potranno andare in pensione di vecchiaia i contribuenti la cui data di nascita ricada nell'anno 1953. Dunque, nel 2020 andranno in pensione tutti i lavoratori che compiano i 67 anni entro il 31 dicembre.
Per il 2021, invece, la pensione di vecchiaia sarà accessibile ai lavoratori nati entro il 31 dicembre 1954 mentre, nell'ultimo anno di validità della pensione a 67 anni, il 2022, la data di nascita non dovrà essere più recente del 31 dicembre 1955.
Pensioni di vecchiaia e adeguamento età uscita a speranza di vita: le novità del 2023 e uscita a 67,3
Il probabile aumento di tre mesi dell'uscita per la pensione di vecchiaia a partire dal 1° gennaio 2023 comporterebbe una restrizione dei lavoratori che abbiano diritto ad abbandonare il lavoro. Infatti, con il possibile aumento a 67 anni e tre mesi a partire dal 2023, i lavoratori che maturerebbero la pensione sarebbero quelli la cui data di nascita non sia più recente del 30 settembre 1956, rimanendo pertanto esclusi dall'uscita nel 2023 i lavoratori nati tra il 1° ottobre ed il 31 dicembre 1956.