Sulla riforma delle Pensioni e sul superamento di quota 100 a partire dal 1° gennaio 2022 è intervenuto Il Foglio con un articolo provocatorio nel quale chiama in causa due dei partiti attualmente nella maggioranza di governo, il Partito democratico e Italia dei valori, sulla possibilità di varare l'ennesima controriforma pensionistica che miri a ripristinare la misura sperimentata proprio nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, ovvero l'anticipo pensionistico volontario. I vantaggi sarebbero subito quantificabili: innanzitutto si eliminerebbero le presunte storture al mercato del lavoro prodotte dalle pensioni anticipate a quota 100.

In secondo luogo ne beneficerebbero le casse dello Stato con una misura che, in buona parte, è pagata con le tasche dei lavoratori per andare prima in pensione.

Pensioni anticipate: la scelta di uscita a quota 100 di Matteo Salvini e M5S

Argomenti, a favore dell'abolizione della quota 100 e della richiesta di ripristino delle pensioni con la formula dell'Ape volontario - messo da parte dalla legge di Bilancio 2020 - Il Foglio ne presenta sull'edizione di oggi 9 giugno. Innanzitutto le critiche pervenute più volte dagli esponenti del Partito democratico Andrea Orlando, vicesegretario, e da Antonio Misiani, viceministro dell'Economia. Ma anche da Italia Viva che con Luigi Marattin non perde mai occasione di ribadire, in Commissione Bilancio, la necessità di una controriforma pensionistica che vada oltre quota 100.

E lo stesso Matteo Renzi si è espresso più volte contro la misura introdotta dal governo gialloverde della Lega di Matteo Salvini e del M5s, artefici del meccanismo che somma età e contributi per arrivare a 100, purché l'età minima sia pari ad almeno 62 anni. Un anno in meno rispetto all'Ape volontaria che permetterebbe più flessibilità di uscita, ma ad un prezzo (o ad un prestito) che richiede un'attenta riflessione sull'opportunità di impegnarsi almeno per coprire gli anni di anticipo tra l'uscita da lavoro e la decorrenza della pensione di vecchiaia.

Pensioni, uscita quota 100, cosa non ha funzionato

Rispetto alle previsioni che potrebbero portare quanti più lavoratori possibili a scegliere le pensioni a quota 100 nell'incertezza del periodo di emergenza sanitaria e del post-Covid, le critiche alla misura da parte de Il Foglio non mancano. Innanzitutto, quota 100 è costosa per le casse dello Stato, avendo fatto aumentare la spesa delle pensioni di 2,4 punti percentuali e salire al 16% la stessa rispetto al Pil, evidentemente in calo per l'emergenza sanitaria.

Il secondo argomento riguarda l'equità previdenziale e lo squilibrio degli assegni pensionistici a favore di una fascia benestante, con pensioni medie mensili di oltre 2.000 euro, a danno delle categorie lavorative più giovani. Inoltre, quota 100 non avrebbe garantito quel ricambio generazionale auspicato sia nel settore privato che in quello pubblico, con una maggiore frequenza dei concorsi pubblici e il ricorso a crescenti numeri di posti messi a bando. Infine, troppi lavoratori avrebbero anticipato la pensione tanto è vero che, al giorno d'oggi, ci si trova nella situazione che otto pensioni sono pagate da dieci lavoratori, con la stima che l'aumento della disoccupazione, dovuta anche all'emergenza sanitaria, potrebbe portare il rapporto uno a uno, ovvero di un lavoratore ogni pensione.

Riforma pensioni: ultime novità di oggi su quota 100 e uscita Ape volontario

In questo scenario, immaginare che i partiti di sinistra possano rispolverare quello che è stato un cavallo di battaglia dei governi del 2017 e del 2018, è un'ipotesi tutt'altro che irrealistica. La pensione anticipata Ape volontario garantirebbe la flessibilità di uscita, con la scelta del futuro pensionato, a partire dai 63 anni, a patto che per gli anni di anticipo il lavoratore si impegni nel "prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, erogato dalla banca per 12 mensilità". In altre parole, andare in pensione prima comporterebbe l'impegno di richiedere un finanziamento agevolato, a tassi contenuti, ricevendo le rate direttamente dall'Inps sotto forma di tagli (si stima una decurtazione del 2% del montante contributivo) all'assegno pensionistico stesso per 20 anni.

In altre parole, chi voglia usufruirne può anticipare l'età della pensione ad un prezzo che garantirebbe allo Stato una misura flessibile, non costosa, né distorsiva e nemmeno iniqua.

Pensioni: riforma per il superamento di quota 100 dal 2022

L'addio a quota 100 e l'adozione di una mini-riforma che renda flessibili e meno numerose le pensioni anticipate con l'Ape volontario (gli oneri a carico dei lavoratori ne hanno ristretto fortemente i richiedenti dal 2017 al 2019) avrebbe anche una ragione politica, secondo Il Foglio. Il Partito democratico e Italia Viva, nell'ottica del mantenimento della maggioranza di governo con il M5s, potrebbero "presentare il conto" ai grillini del fallimento delle pensioni a quota 100 e dell'aver condiviso l'esperienza di governo con Matteo Salvini proprio nel periodo di studio e di introduzione del sistema delle quote.

Si tratterebbe di andare incontro alla flessibilità delle pensioni ripristinando l'Ape volontario che proprio il Pd aveva introdotto prima che fosse lasciato morire. Ma che adesso potrebbe tornare utile per liberare risorse da destinare alla ripresa economica.