Il Reddito di cittadinanza potrebbe arrivare a una stretta sulla durata del sussidio e a un bonus per chi accetti un'occasione di lavoro proposta ai percettori dell'indennità da una delle agenzie pubbliche per l'impiego. Sono queste le due strade, ipotizzate da Il Sole 24 Ore, sulle quali si sta muovendo il governo Draghi e, nello specifico, il ministero del Lavoro di Andrea Orlando nel vagliare attentamente le proposte di riforma del RdC che stanno arrivando non solo dal mondo della Politica e dai tecnici di governo. In questa nuova ottica di collaborazione e di concertazione, si inseriscono anche le dieci proposte di nuove politiche per i giovani, per il lavoro e per il welfare, presentate a Mario Draghi da oltre 100 associazioni ed enti della società civile.

Riforma Reddito di cittadinanza governo Draghi: ipotesi indennità per 18 mesi

Le ipotesi di riforma del Reddito di cittadinanza vanno tutte nella direzione di un nuovo impatto del sussidio verso i percettori che siano nell'età e nelle condizioni di poter lavorare. Nel più marcato doppio binario del sussidio, assistenziale e di inserimento lavorativo, il ministero del Lavoro punterebbe sulla spinta ad accettare un impiego da parte dei percettori, mentre non ci sarebbero novità per chi non è in grado di svolgere alcuna attività professionale come per i beneficiari delle pensioni di cittadinanza. La stretta del governo Draghi, deciso ad ascoltare i tecnici ma anche le parti sociali, poggerebbe sulla possibilità di non concedere il rinnovo del RdC oltre i 18 mesi dall'assegnazione.

Il sussidio, in altre parole, non rimarrebbe un diritto a lunga scadenza e, su questa direttrice, si dovrà muovere l'azione di tutti gli attori coinvolti nel fare in modo che il beneficio diventi sostenibile dal punto di vista finanziario. Il numero elevato dei percettori del Reddito di cittadinanza, incrementato dalle numerose domande pervenute all'Inps nel periodo di emergenza Covid, diventerebbe irragionevole per le casse dello Stato, motivo per il quale i beneficiari dovranno dimostrare di voler tornare, senza troppi indugi, a lavorare.

In questa ottica potrebbe essere rivisto il limite dei 100 km come offerta di lavoro definita "congrua" nei primi dodici mesi di beneficio, al termine del quale il limite passa a 250 km. Nelle intenzioni dei tecnici del ministero del Lavoro rientrerebbe l'ipotesi di eliminare il limite dei primi 12 mesi di sussidio, rendendo congrue tutte le offerte di lavoro proposte nel raggio di 250 km, fin da subito.

Nuovi bonus a chi lavora modulati in base ai compensi nella nuova versione del RdC

Oltre alla formazione dei giovani e di chi sia uscito dal mondo del lavoro e all'assegno di ricollocazione, potenziato nella legge di Bilancio 2021 e sul quale il governo Draghi ripone molte delle aspettative in ambito di riqualificazione professionale, il Reddito di cittadinanza potrebbe prevedere un meccanismo premiale, una sorta di bonus, per i beneficiari che riescano a ottenere un'occupazione da calcolare anche sulla perdita del diritto a ricevere il RdC. Infatti, attualmente chi ottiene un lavoro va incontro alla rideterminazione dell'assegno di cittadinanza nella misura pari all'80% sul maggior reddito lavorativo a partire dal mese successivo all'assunzione.

In altre parole, chi accetta un lavoro perde quasi interamente il Reddito di cittadinanza. L'ipotesi sulla quale stanno lavorando i tecnici del ministero del Lavoro sarebbe quella di abbassare la soglia al 50%, almeno per i primi sei mesi, in modo da incrementare la parte di reddito coperta dal Reddito di cittadinanza. Seguendo questo meccanismo, il bonus verrebbe modulato in base ai compensi ricevuti con il nuovo lavoro.

Idee di riforma del Reddito di cittadinanza: formazione e autoimpresa con i fondi del Recovery

In un contesto di rinnovata concertazione del governo di Mario Draghi, nel quale i tecnici si confronteranno non solo con la politica ma anche con le parti sociali, assume particolare rilevanza il documento contenente le dieci proposte in tema di lavoro presentato da un centinaio di associazioni ed enti che vanno dalla sanità all'agricoltura, dall'energia alle carceri, dall'immigrazione all'istruzione per finire proprio alla riforma del Reddito di cittadinanza mediante l'imprenditoria civile dopo il fallimento del sistema dei navigator.

Nel manifesto, consegnato nei giorni scorsi a Mario Draghi, si individuano le forme innovative di inserimento nel mondo del lavoro attraverso l'autoimpresa, un obiettivo raggiungibile creando sinergie tra i vari strumenti di sviluppo e di inclusione, molti dei quali sono contenuti nelle proposte di impiego del Recovery Fund, come i progetti "Resto al Sud", il Microcredito e i piani di sviluppo rurale.