Potrebbero arrivare ritocchi alla legge di Bilancio 2022 per ciò che riguarda i requisiti delle Pensioni delineate nelle ultime settimane. I partiti politici mirano a correggere il testo della legge di Bilancio al tavolo di dicembre sulla riforma previdenziale. Un confronto che potrebbe portare delle novità soprattutto per i lavoratori edili e per quelli che hanno iniziato a lavorare molto presto. I precoci escono da questa Manovra senza che sia stato fatto alcun passo avanti nella richiesta della quota 41 per tutti. L'Ape sociale diventerebbe dunque lo strumento dal quale potrebbero arrivare gli allentamenti dei requisiti pensionistici più importanti.

Si punta infatti a ridurre da 36 a 30 il numero degli anni di contributi necessari per le pensioni a 63 anni.

Pensioni anticipate 2022: uscita a 63 anni con 30 anni di contributi l'ipotesi per i lavori gravosi

Le rosa delle formule di pensione anticipata per il 2022 sembrerebbe essere stata delineata dal governo. Nel disegno di legge di Bilancio 2022 sono 600 i milioni di euro stanziati per le pensioni del prossimo anno. In queste risorse dovranno rientrare la proroga dell'opzione donna, l'allargamento dell'Ape sociale anche alle nuove categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose, il Fondo per le pensioni anticipate nella piccole e medie imprese e la nuova quota 102 in sostituzione della quota 100.

Tuttavia la partita sulle pensioni nella prossima Manovra sembrerebbe tutt'altro che chiusa, anche se gli interventi che potrebbero ritoccare il testo di legge sarebbero delle limitate modifiche alle misure già in vigore e prorogate anche per il 2022. In ogni caso, i partiti puntano al restyling nel passaggio al Senato di dicembre del disegno di legge di Bilancio 2022.

Pensioni anticipate, si punta all'uscita prima dei lavoratori precoci e gli edili

I primi ritocchi sulle pensioni potrebbero essere messi in preventivo già a partire dalla prossima settimana sulla base delle indicazioni del tavolo tecnico del governo con i sindacati. L'anticipo pensionistico sociale (Ape) potrebbe subire ulteriori modifiche andando ad abbassare il requisito contributivo richiesto.

Infatti, oltre all'allargamento delle nuove categorie di lavoratori addetti alle mansioni gravose, il governo potrebbe procedere ad abbassare il numero degli anni di contributi dagli attuali 36 a 30. La misura attualmente in vigore prevede che i lavoratori disoccupati, i caregiver e i disabili ad almeno il 74% vadano in pensione a 63 anni con 30 anni di contributi. La modifica quindi andrebbe ad allineare i versamenti richiesti per tutte le categorie incluse nell'Ape sociale.

Pensioni, riforma requisiti di uscita per l'Ape sociale nel 2022

Quello dell'abbassamento dei requisiti contributi delle pensioni a 63 anni sarebbe un intervento soprattutto a vantaggio dei lavoratori impiegati nell'edilizia.

La soglia dei 36 anni è difficile da raggiungere data la discontinuità lavorativa dei cantieri e l'ampia presenza di lavoro nero. E si tratta spesso di lavoratori vittime di incidenti sul lavoro, soprattutto superati i 60 anni di età, come spiegato da Cesare Damiano, peraltro presidente della Commissione tecnica che ha studiato l'allargamento delle categorie di lavori gravosi ai fini delle pensioni anticipate a 63 anni. Su questa modifica sarebbero d'accordo il Partito democratico e anche Leu e M5S. Tuttavia, si tratterebbe di un'apertura che vedrebbe schierati a favore anche gli altri partiti e i sindacati.

Pensioni precoci, senza la quota 41 si potrebbe arrivare alla riforma dell'Ape sociale

Soprattutto se, nella riforma delle pensioni, venissero adottate misure di allargamento a favore dei lavoratori precoci, esclusi dalla quota 41 per tutti. È lo stesso Cesare Damiano che insiste sull'inserimento di chi ha iniziato a lavorare molto presto nell'Ape sociale. Ad oggi, non è stato ancora specificato come potrebbe avvenire questo passaggio. I lavoratori precoci attualmente escono con la quota 41, ovvero con 41 anni di contributi se hanno maturato anche i requisiti di uscita dell'Ape sociale. Ovvero rientrino tra i lavoratori usuranti, o tra i disoccupati, i caregiver o gli invalidi, oltre ad avere un anno di contributi versato prima dei 19 anni di età. Si tratterebbe dunque di ammetterli come lavoratori gravosi entro un limite minimo di età di entrata nel mondo del lavoro e abbassare la soglia dei contributi per uscire a 63 anni di età.