È fissata a dicembre prossimo l'apertura del confronto tra governo e sindacati per la riforma delle pensioni e per il superamento della legge Fornero. Le misure adottate dalla legge di Bilancio 2022 rimarranno quelle già messe nero su bianco nel disegno di legge, salvo pochi ritocchi. Le vere modifiche alla Fornero arriveranno nel 2023 con misure di uscita strutturali e flessibili. La nuova quota 102 non piace ai sindacati, ma rimarrà in vigore almeno per tutto il prossimo anno. Poi si punterà a soluzioni che contemplino il solo meccanismo di calcolo delle Pensioni del contributivo.
E necessiteranno almeno 20 o 25 anni di versamenti fatti durante la carriera lavorativa per accedere alla pensione.
Pensione anticipata 64 anni di età con 20 di contributi: quali lavoratori beneficerebbero della novità
Nel confronto che si avrà sulle pensioni tra governo e sindacati, varieranno di poco gli anni di contributi e l'età anagrafica di uscita. La prima ipotesi sotto la lente di ingrandimento dei tecnici del governo è quella che fa capo alle pensioni anticipate all'età di 64 anni unitamente a 20 anni di contributi raggiunti. Si tratta di un'ipotesi che, a ben vedere, è già in vigore nell'ordinamento previdenziale. Con gli stessi requisiti, infatti, i lavoratori che abbiano iniziato a lavorare e a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, possono uscire anticipatamente purché l'importo del trattamento di pensione sia almeno di 2,8 volte quello dell'assegno sociale.
L'adozione di questa misura per tutti, ovvero anche per chi ha della contribuzione entro il 31 dicembre 1995, comporterebbe la sola variazione dell'abbassamento della soglia di pensione rispetto all'assegno sociale. I tecnici del governo stanno ragionando su una forbice da 1,5 (la stessa soglia dell'attuale pensione di vecchiaia) a 2,5 volte l'assegno sociale.
L'attuale importo della pensione sociale è pari a 460,28 euro: per accedere alla pensione anticipata attuale a 64 anni i lavoratori del contributivo devono maturare una pensione di almeno 1289 euro; abbassando il tetto a 1,5 volte, la pensione da raggiungere per guadagnare l'uscita anticipata dovrà essere di almeno 690,42 euro, lo stesso importo attuale previsto per le pensioni di vecchiaia.
Se dovesse prevalere il tetto di 2,5 volte, l'assegno di uscita dovrebbe essere di almeno 1150 euro.
Pensioni anticipate 64+20: allargamento uscita anche ai lavoratori del sistema misto dal 2023
L'allagamento della platea dei nuovi pensionati con l'ipotesi del 64+20, di fatto darebbe la possibilità anche ai lavoratori del sistema previdenziale misto (con una parte dei contributi versati entro il 31 dicembre 1995) di accedere alla misura di pensione anticipata riservata ad oggi ai contributivi puri (lavoratori dopo il 31 dicembre 1995). In ogni modo, l'allargamento avrebbe un costo per le casse dello Stato: includendo anche i lavoratori del misto all'uscita 64+20, con l'indice pari a 2,8 (come quello attuale), la spesa previdenziale da sostenere sarebbe di un miliardo di euro circa.
Pensioni anticipate con 20 o 25 anni di contributi: flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età
Un'ulteriore ipotesi di riforma delle pensioni vedrebbe abbassare l'età di uscita a 62 anni con 20 o 25 anni di contributi versati. Queste strade portano tutte a una vera flessibilità delle pensioni, come quella richiesta dai sindacati e dal presidente Inps Pasquale Tridico. Con un numero minimo di contributi, ciascun lavoratore potrebbe lasciare il lavoro a patto di aver raggiunto un'età di base, molto più bassa rispetto alla pensione di vecchiaia. Si potrebbero risparmiare tre, quattro o cinque anni di lavoro, ma la pensione verrebbe calcolata in base agli effettivi contributi versati. Anche perché tutte le ipotesi portano al ricalcolo dei contributi interamente con il sistema contributivo, come avviene oggi per l'opzione donna.