Via libera del ministero dell'Economia al rinnovo dei contratti statali per operatori socio-sanitari (Oss) e infermieri, oltre al personale della sanità non dirigente: per tutti i dipendenti gli incrementi arriveranno nel cedolino di busta paga insieme agli arretrati - che saranno pagati dall'amministrazione pubblica una tantum - per la ritardata firma. Con l'ok del Mef va verso la conclusione la trattativa all'Aran che ha impegnato il governo Draghi, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta e i sindacati per circa tre mesi. L'ultimo passaggio previsto dall'iter è quello nel Consiglio dei ministri, step che chiude la firma per uno dei comparti più corposi della Pubblica Amministrazione, composto da 544mila infermieri, dipendenti sanitari e amministrativi.
Contratti Oss e infermieri, rinnovo 2019-2021: ecco quanto spetta di aumenti degli stipendi e bonus
Quello della sanità è il rinnovo forse più atteso tra i comparti della Pubblica amministrazione, non solo per gli aumenti degli stipendi e per il pagamento degli arretrati da corrispondere nel cedolino in un'unica soluzione, ma anche perché riguarda il settore che maggiormente ha fronteggiato l'emergenza pandemica degli ultimi anni. Proprio in ragione del difficile momento vissuto dagli infermieri, il governo Conte-II aveva previsto un bonus ai 277mila infermieri pubblici, corrispondenti a circa la metà del personale sanitario dell'intero comparto statale. Naturalmente, tutto il personale beneficerà degli aumenti degli stipendi, quantificabili mediamente in 175 euro mensili, a fronte di circa 1,3 miliardi di euro messi sul tavolo delle trattative dal governo.
La rivalutazione degli stipendi, rispetto al rinnovo precedente del 2016-2018, corrisponde al 7,22% di aumento, pari circa al doppio dell'inflazione osservata negli anni dell'ultimo rinnovo (2019-2021).
Aumenti stipendi Oss e infermieri: nel cedolino anche i bonus per l'emergenza pandemica di 72 euro mensili
Oltre all'incremento medio, è da considerare che gli aumenti degli stipendi di Oss e infermieri derivano in buona parte dai bonus: in busta paga andranno da 62,81 euro mensili lordi per gli operatori dell'ex area Bs, ai 72,79 euro da corrispondere ai "professionisti della salute e funzionari" delle ex aree D e Ds.
I bonus avranno decorrenza dal 1° gennaio 2021, ragione per la quale, oltre agli arretrati spettanti, gli incrementi degli stipendi potranno alzare gli aumenti tabellari che, col nuovo contratto 2019-2021, sono fissati tra 54,5 e 98,10 euro mensili, in corrispondenza della posizione economica ricoperta all'interno del comparto sanitario della Pubblica amministrazione.
Aumenti degli stipendi e bonus spettanti per l'emergenza pandemica, insieme ad altre voci e indennità di incremento delle professioni, assicureranno un innalzamento dei cedolini delle buste paga mensile mediamente di 175 euro lordi per tutti.
Arretrati a Oss e infermieri in busta paga, oltre agli aumenti stipendi: da 2.268 a 3.500 euro
Assieme agli aumenti degli stipendi, agli operatori socio-sanitari, agli infermieri e agli amministrativi verranno riconosciuti gli arretrati per il mancato rinnovo del contratto della Pubblica amministrazione. Al netto delle indennità di vacanza, già corrisposte negli scorsi cedolini, per gli infermieri gli arretrati varieranno dai 3.000 ai 4.500 euro lordi. Considerando l'intero comparto della sanità, e dunque escludendo gli infermieri, il minimo degli arretrati corrisponde a 2.268,41 euro fino a un massimo di 3.135,49 euro lordi, da calcolare a seconda della posizione economica di appartenenza. Tali arretrati saranno corrisposti nei cedolini degli operatori socio-sanitario e degli altri impiegati non dirigenti della sanità in un'unica soluzione.