In un interessante video-intervista concessa a Noisey e diffusa oggi dal noto web magazine musicale Ernia ha raccontato il suo ultimo, sicuramente soddisfacente, periodo a livello artistico. L'autore di '68' ha lungamente parlato del suo ultimo album – spiegando anche, come già più volte fatto in passato, il significato del titolo, che rappresenta soprattutto il numero della linea di autobus che passa per le zone di Milano dove il rapper è cresciuto – ma anche del suo rapporto con i fan, arrivando ad affermare candidamente che 'lo sopravvalutano', soprattutto a livello umano.

Tanti altri gli spunti interessanti: Ernia ha, infatti, rivendicato la definizione di 'rapper', piuttosto che quella di 'cantautore' che sempre più spesso qualche osservatore prova ad affibbiargli. Nella seconda parte dell'intervista l'ex 'Troupe d'Elite' (Il gruppo nel quale militava anche Ghali) ha anche lanciato una frecciatina ai colleghi rapper, in modo particolare i suoi concittadini milanesi, che secondo lui spesso e volentieri fingono di venire da quartieri degradati e malfamati, soltanto per costruire un personaggio artistico più consono al classico immaginario hip hop.

'I rapper fingono, i milanesi più di tutti: io sono un rapper, non un cantautore'

"Io non ho quella roba lì del venire da un brutto quartiere a tutti costi, che anche se non vieni da lì devi dire per forza che vieni da lì.

La metà dei rapper che dicono 'Io sono vero, vengo dalla strada' dicono ca***te, sono tutte ca***te, poi i milanesi più di tutti, fanno dei ricami incredibili", ha dichiarato l'artista abbozzando un sorriso, poco prima di ribadire con fermezza di reputare più consona per se stesso la definizione di rapper, piuttosto che quella di cantautore: "Uso lo storytelling perché mi diverte, perché è il modo più facile che ho per scrivere, però non mi sento un cantautore.

Non voglio appiopparmi una definizione simile, sarebbe anche difficile da mantenere".

Milano e il '68'

"Ho fatto le elementari al Sant'Anna, le medie alla Colorni, il liceo al Cardano. Ho fatto tutte scuole che sono sul percorso della linea 68, e bazzicavo a Bonola, che è il capolinea. Mia madre è di via Bergognone, ed io prima abitavo in via Paolo Uccello, che è una traversa di una via dove passa il 68" ha dichiarato il rapper nello spiegare il senso del titolo del suo ultimo disco, proseguendo poi con queste parole: "68 è il mio percorso, non c'è un altro autobus per me, prendere un altro autobus per me significa andare in un ambiente che non è il mio".