Di recente apparsa sui due autorevoli siti di Moto custom, the RocketGarage e The Bike Exif, questa superba Kawasaki viene elogiata per un dettaglio non visibile agli occhi. Lo precisano tutti. Oggi non è necessario essere dei meccanici di vecchio corso per andare in giro su motociclette munite di quel qualcosa, di quell’aria maledetta, di quella personalità che solo una motocicletta custom può dare. Basta presentarsi in una qualche officina – a costo di ordinarla dall’altro lato dell’oceano – sborsare qualche soldo e il gioco è fatto. Ma il punto è proprio questo, i puristi delle moto hand-made storcono il naso ai kit commerciali già pronti – lo ha fatto Yamaha con il progetto Yard Built – ma bisogna anche considerare che non tutti hanno il tempo per poter pensare e costruire una moto nel proprio garage.

Kawasaki si converte

Così, dopo la presentazione ad Eicma 2015, lo scorso novembre, della Vulcan, Kawasaki probabilmente metterà in commercio un kit per realizzare la custom bike in casa. Mario Rafael Soarez ha realizzato questa motocicletta evitando di adoperare materiali dal costo esorbitante. Rispetto, però, a quanto accadeva con le moto del progetto YB Yamaha, la motocicletta ultimata da MRS ha subito profonde modifiche. Il successo ottenuto da Yamaha nasceva proprio dal fatto che, senza apportare modifiche irreversibili – vedi saldature o tagli – alla motocicletta donatrice, era possibile realizzare la “Yard bike” presentata, per poi poter tornare indietro senza troppi problemi e riassemblando la vecchia componentistica.

Non si esclude che questa sarà la linea che seguirà la stessa casa di Kobe e Minato. Le gomme sono slick – una soluzione che sta tornando di moda – qualcosa di simile a quanto visto con la Bavarian Fistfighter del garage Rough Crafts.

It RoCks!bike

Sembra aver ispirato il motivo di sella e serbatoio, che risultano uniti in un unico corpo.

Le linee della Vulcan sono caratterizzate da un’estrema chiarezza e pulizia. Anche in questo caso – lo avevamo già visto con la Honda RC51 “SP3”di Praëm- pochi fronzoli e via tutto ciò che c’è di superfluo. Lo scarico è doppio e, in linea con quanto scritto, non ci sono componenti “di lusso” da ricordare. Il complesso è essenziale e pulito. Complimenti Mario.