Quello che si presenta al parco chiuso di Spielberg è un Andrea dovizioso diverso rispetto a quello visto al Mugello e a Barcellona. Festeggia, è felice, ma non sembra più per niente sorpreso di quel che è appena riuscito a fare.

Rischiare una gomma diversa dai principali avversari, scattare alla grande dalla griglia di partenza, restare sempre nelle primissime posizioni e sconfiggere, con un corpo a corpo che resterà negli annali del motociclismo, il campione del mondo in carica Marc Marquez è e dev'essere la normalità per uno come lui.

E il Dovi sembra averlo capito. Il prossimo GP e recuperare i 16 punti che ancora lo distanziano dal Cabroncito sembrano essere i suoi pensieri primari. Perchè l'obiettivo è solamente uno: il titolo mondiale!

La svolta mediatica

Non sono tuttavia solo l'approccio e la consapevolezza di Andrea ad essere cambiati, ma anche e soprattutto tutto ciò che lo circonda. Dai media ai tifosi, fino ad arrivare ai vertici del proprio team.

Gli stessi vertici che solo 12 mesi fa sembravano preferire Andrea Iannone (adesso in Suzuki ndr) e che, per usare un eufemismo, non hanno fatto molto per favorire il rinnovo del contratto del Dovi, offrendogli delle cifre pressoché dimezzate rispetto al precedente accordo.

Passando per i media che tutt'ad un tratto si son resi conto che per l'Italia la classe regina non è terreno esclusivo di Valentino Rossi. Fino ad arrivare alle masse di pseudo-tifosi che fino a qualche mese fa lo hanno bistrattato e definito "eterno secondo", un pilota capace di svolgere il proprio compitino ma che mai e poi mai avrebbe potuto arrivare a giocarsi un campionato del mondo, che adesso sembrano rimangiarsi tutto e salire, come se nulla fosse, sul carro Dovizioso.

Nessun rancore

Dal canto suo il Dovi, da bravo ragazzo e persona perbene qual è, non sembra avere alcuna voglia di polemizzare e prendersi delle rivincite, quantomeno mediaticamente.

Sa quanto vale, lo ha sempre saputo, e come lui tutti i suoi sostenitori da tempi non sospetti. Lo ha dimostrato con il passare degli anni attraverso una costanza di rendimento che in pochi possono vantare.

Gli è spesso mancato il guizzo, è vero. Ma l'esperienza è servita anche a questo e adesso sembra proprio che non gli manchi nulla per inseguire il suo secondo titolo mondiale, dopo quello conquistato in 125 nel 2004. Appuntamento dunque fra due settimane a Silverstone, per proseguire la rincorsa ad un titolo che sarebbe fra i più meritati degli ultimi anni.