La stagione 2018 deve ancora iniziare e già si pensa al futuro, merito soprattutto delle dichiarazioni di Valentino Rossi, il quale ha ammesso di voler continuare a gareggiare per altre due stagioni e che, in virtù di ciò, sarà impossibile vedere il prossimo anno un suo team vr46 entrare a far parte della MotoGP, idea a cui lui e la Yamaha hanno pensato – dato che nel 2019 il team satellite Tech 3 di Hervé Poncharal si trasferirà altrove, si pensa in KTM – ma che per il momento non si concretizzerà.

A caccia del 10

Queste parole aprono due scenari davvero molto interessanti: il fatto che ormai manchi solo l’ufficialità al rinnovo di Valentino con la Yamaha e la possibilità di vedere un team di proprietà del Dottore nella classe regina.

Per quanto riguarda la volontà di continuare a correre, questa è senz’altro la testimonianza di un amore e di una passione di un uomo verso quello che fa e verso la sua vita (fatta di velocità, voglia di vincere a tutti i costi, moto, box e circuiti), un rapporto che non lo abbandona neanche a 40 anni.

Per di più Rossi è ancora molto competitivo e, potenzialmente, è sempre in grado di vincere ogni gara, dunque perché smettere, perché arrendersi? Dato che il decimo titolo è sempre lì a portata di mano, ma soprattutto lo è la voglia di gareggiare e di guardare per primo la bandiera a scacchi.

Il team VR46 in tutte e tre le classi

Indubbiamente affascinante è anche l’idea di vedere Valentino Rossi nei panni del team manager, senza contare che prolungare la sua presenza, anche se in un ruolo differente, nel paddock continuerebbe a giovare all’intero Motomondiale.

Portare l’Academy VR46 in MotoGP sarebbe la conclusione di un progetto tanto bello quanto concreto e utile, che ha dato l’occasione a tanti giovani italiani di emergere e di arrivare nel campionato più importante al mondo: i ragazzi sono seguiti a 360 gradi, dall’allenamento alle vicende contrattuali (esempio lampante ne è il passaggio di Bagnaia, attuale pilota della Moto2, alla Ducati Pramac, già fissato per il 2019); così da costruire, si spera, i campioni del domani.

La VR46 è già presente in Moto3 e Moto2 come Team Sky e, sebbene non sia ancora arrivato nessun titolo, ha già ottenuto un risultato importante: tornare a far gareggiare diversi piloti italiani nelle classi minori (nell’ultimo periodo il numero dei nostri piloti nel Motomondiale era sceso drasticamente rispetto agli anni '90 e ai primi anni 2000), con alcuni di loro che spesso partono per vincere il campionato; ma se arrivasse anche nella MotoGP avrebbe l’occasione di portare a termine questo percorso di crescita e magari anche di incoronare un campione del mondo ai massimi livelli.