Un nigeriano di 25 anni, ospite di un centro di accoglienza nel Napoletano, ha stuprato un'operatrice. I carabinieri sono arrivati immediatamente presso l'hotel 'Le Chateau' di Giugliano in Campania, usato ultimamente come centro di accoglienza migranti, ed hanno messo le manette allo stupratore africano che, adesso, si trova nel carcere di Poggioreale. A chiamare i militari è stata una collega dell'operatrice, che aveva sorpreso il nigeriano mentre compieva atti sessuali sulla 62enne.

Carabinieri intervenuti dietro segnalazione di una collega

Un'operatrice 62enne di un centro di accoglienza di Giugliano in Campania ha vissuto momenti terribili.

Si trovava, come sempre, nel suo ufficio ma, improvvisamente, si è trovata davanti il nigeriano. Questo l'ha bloccata e violentata. La collega della 62enne, poi, ha bussato alla porta. L'africano, per non insospettirla, ha lasciato che aprisse. Quando la donna è entrata si è accorta subito che la collega era in difficoltà ed ha chiamato il 112. I carabinieri di Varcaturo, secondo i primi accertamenti, hanno riferito che il migrante sarebbe dapprima entrato nell'ufficio dell'operatrice e poi avrebbe bloccato la porta per impedire a terze persone di entrare. Il caso ha suscitato scalpore a Giugliano in Campania e, certamente, alimenterà l'ostilità di molti residenti nei confronti dei tanti profughi che, ogni giorno, arrivano in Italia.

In Campania sono nati molti centri di accoglienza

Molti locali, come l'hotel 'Le Chateau', sono stati, ultimamente, convertiti in centri di accoglienza. Sono numerosi i profughi ospitati da strutture di accoglienza in Campania: la maggioranza vive in provincia di Napoli. A gestire tali centri sono aziende, onlus e cooperative.

C'è chi sospetta che dietro alla gestione di tali strutture ci sia un vero e proprio business. Un paio d'anni fa, Fanpage aveva svolto un accurato accertamento in merito, verificando innumerevoli anomalie e scarso controllo dello Stato.

Molti italiani, soprattutto quelli più indigenti, hanno protestato contro la presunta discriminazione alla rovescia che avviene in Italia.

Si contestano i 70 euro mensili circa che ricevono, ogni mese, i migranti e la ricarica telefonica di 15 euro che gli viene consegnata quando accedono per la prima volta alla struttura di accoglienza.