Case abusive, la polemica in Campania infuria, e a Napoli i vigili urbani sequestrano edifici non a norma. Ad intervenire sono stati i caschi bianchi dell'Unità operativa del quartiere Stella, che hanno sequestrato tre cantieri: c'era anche chi aveva sistemato una piscina sul suolo pubblico e chi, incurante delle più elementari norme di sicurezza, stava intervenendo sulla struttura di un fabbricato. Evidentemente, il crollo di Torre Annunziata, provocato come sembra da modifiche strutturali e costato la vita a otto persone, non ha insegnato niente.

In vico Castellina, nello storico Rione Sanità, i caschi bianchi hanno fermato alcuni operai intenti a scavare all'interno di uno scantinato, creando anche un nuovo muro portante. L'intento era probabilmente quello di trasformare l'area in un appartamento o in un esercizio commerciale senza aver, tra l'altro, depositato al Genio Civile alcun calcolo strutturale. Si trattava di uno di quei lavori ad alto rischio, con concrete possibilità di compromettere la stabilità dell'intero edificio.

Altro sequestro in via S. Antonio a Capodimonte, dove il proprietario di un appartamento al terzo piano stava realizzando un soppalco. Ovviamente anche questo senza alcuna autorizzazione. E l'aumento di peso è proprio una delle cause più frequenti di crolli ed incidenti.

Alla calata Capodichino, invece, uno dei condomini del consorzio omonimo - quello che un tempo si chiamava Gescal - aveva realizzato un vero e proprio parco giochi per bambini: iniziativa anche interessante, se non fosse stata totalmente abusiva. L'uomo aveva occupato, ovviamente, un suolo pubblico di circa 1.000 metri quadrati, sistemando una piscina del volume di quaranta metri cubi sulla fascia di rispetto tra il muro di contenimento del costone e i fabbricati realizzati dalla Gescal.

Nella zona, da tempo i ragazzini del rione giocavano a calcetto. La persona indagata e denunciata aveva sbancato gran parte del terreno, introducendovi un campetto di calcio e anche una piscina.

L'acqua per il riempimento della vasca veniva prelevata direttamente dalle condutture pubbliche, com'è stato verificato dai dipendenti della municipalizzata ABC convocati dai vigili urbani, e successivamente scaricata nel terreno, creando enormi pozzanghere. Tutti gli autori dei reati sono stati denunciati alla magistratura, e gli edifici posti sotto sequestro.