Nel cuore di Napoli, in un antico palazzo napoletano a Sant'Anna dei Lombardi a pochi passi da piazza del Gesù, vi è ubicato un laboratorio dove un tempo, studiosi e ricercatori chiacchieravano per ore su un metodo di guarigione ancora oggi poco conosciuto: la radionica, disciplina della Fisica che studia la manipolazione energetica allo scopo di guarire a distanza le malattie laddove altri metodi come allopatico, erboristico, omeopatico e dietetico sono costretti a fermarsi.

La ricerca scientifica del chimico napoletano Raffaele Troise mosse i primi passi più di mezzo secolo fa, grazie alla sua passione per la sperimentazione che lo portò ad incontrare il professore Giambattista Callegari.

Un'interesse maturato attraverso profondi studi sulla fisica e sulla chimica e sulla consultazione e sperimentazione di quanto scoperto con personalità di spicco della medicina e della scienza. A Raffaele interessava mettere in pratica ciò che aveva appreso, ovvero il fatto che al mondo tutto è Energia e tutto è collegato grazie ad essa, ragion per la quale è necessario raggiungere un equilibrio per tenere insieme le cose.

La centrale radiobiologica Callegari

Nel 1937 Giambattista Callegari, libero ricercatore nel campo della fisica, si traferì a Napoli e questa fu un'incredibile occasione per chi in città stava studiando le forze energetiche del cosmo. Raffaele Troise e Callegari si incontrano e la lunga amicizia e collaborazione li porta a realizzare la "centrale radiobiologica", dispositivo capace di captare le energie elettromagnetiche presenti nello spazio per applicarle in una vastità di campi come la biologia, l'agronomia, la geologia e la mineralogia.

L'alchimia creatasi tra i due conoscitori e le verifiche in laboratorio aiutano Callegari a sperimentare i risonatori speciali ed il relativo effetto K o radionico, antefatto che lo stimolò nella creazione della centralina capace di entrare in risonanza con qualsiasi oggetto caratterizzato da un'onda di tipo elettromagnetico.

"Si avvicina alla radio a galena", racconta Giuseppe Troise, mostrando con orgoglio la centralina a quanti visitano il laboratorio che diede i natali a questo strumento miracoloso.

Raffaele Troise, oltre a tradurre la teoria in pratica nel campo della radionica, fu anche il creatore della "veltistina E1618", un prodotto polivalente altamente disinfettante, che ricavò dalla ricetta di un medico.

E con tutti quelle provette, le piramidi trasparenti, quegli alambicchi esposti in laboratorio come se il tempo non fosse mai passato, si avventurò anche nella creazione di essenze per profumi e liquori.

900 anni di radionica

La radionica sperimentata a Napoli da Raffaele Troise fonda le sue radici in America quasi un secolo fa, con la scoperta dell'ultimo capitolo della fisica da parte di Albert Abrams. Fa quest'ultimo ad intuire che tutta la materia esistente sulla terra ha un campo energetico, rilevabili grazie ad un apparecchio elettronico ma che, paradossalmente, non ha bisogno di elettricità per funzionare.

La dottoressa Alessandra Previdi, laureata in biologia e diplomatasi presso la Scuola di Radionica ad Oxford, ha fondato nel 1995 la Società Italiana di Radionica allo scopo di insegnare le potenzialità della radionica per curare persone, animali, piante e tutto ciò che ci circonda. L'associazione è gemellata con Radiestesia Genetica, la più grande associazione brasiliana di radiestesia ( considerata la madre della radionica ) ed organizza incontri e convegni in tutto il mondo.