Nella notte di domenica 14 giugno, a piazza Bellini (cuore della movida napoletana) è avvenuto uno scontro tra polizia e cittadini (alcuni dei quali attivisti dei centri sociali) che ha coinvolto un gran numero di persone. Durante un servizio di controllo del territorio, alcuni poliziotti sono stati insultati e accerchiati da una folla inferocita di cittadini. Gli agenti di polizia hanno riportato delle lesioni e anche le auto di servizio sono state nel mirino della folla.

Cosa ha provocato lo scontro

Il motivo scatenante di questo caos sembra essere stato un controllo da parte della polizia sui documenti di un gruppetto di giovani che era in piazza per bere una birra.

Le versioni della polizia e dei cittadini, però, divergono del tutto: gli agenti denunciano di essere stati accerchiati, insultati e minacciati durante un controllo; i giovani invece denunciano un abuso di potere e azione di forza da parte dei poliziotti. Nonostante sui social stiano girando molti video amatoriali, nessuno di questi fa luce sulla causa scatenante della lite. I filmati, infatti, si riferiscono solo alla fase finale. Gli arrestati per resistenza, minacce e lesioni risultano essere tre cittadini. I tre giovani sono stati portati prima nella caserma Raniero e poi nel carcere di Poggioreale in stato d'arresto. In campania, dalle ore 22, è vietato acquistare alcolici da asporto (secondo le prescrizioni e i divieti attuati a causa del Coronavirus).

Inoltre, persiste il divieto di assembramento e l'obbligo di mascherina nei luoghi aperti. Per questo motivo, gli agenti di polizia sono stati chiamati a fare dei controlli in strada nelle piazze più popolate. I tre cittadini arrestati sarebbero stati fermati mentre bevevano una birra all'aperto ed è stato chiesto loro di esibire i documenti, da quel momento in poi le due versioni divergono.

Per comprendere come si sono svolti i fatti, la magistratura si servirà anche dei filmati della videosorveglianza attiva in piazza Bellini. Il questore di Napoli ha difeso senza filtri l'operato dei poliziotti, affermando che hanno gestito la situazione con equilibrio in seguito ad un comportamento aggressivo e minaccioso da parte di molte persone.

La reazione dei centri sociali

In seguito a quanto successo nella notte del 14 giugno, è partito da piazza Bellini un corteo di centinaia di persone del centro sociale Insurgencia, diretto alla Questura. Durante il percorso i manifestati hanno fatto esplodere 6 petardi e giunti davanti alla Questura, gli attivisti hanno chiesto la liberazione dei 3 giovani. I manifestanti accusano le forze dell'ordine di abuso di potere. Tra questi vi è Eleonora de Majo, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, che afferma: "Non potevo non esserci, stiamo parlando di tre miei fratelli". E ritiene, inoltre, che De Luca abbia dato il via a comportamenti autoritari e che il periodo di emergenza Covid-19 sia stato usato come attacco alle libertà personali.