Che Fausto Bertinotti sia una vocefuori dal coro non lo si scopre certo ora.

Una mente analitica, attenta alledinamiche sociali ed economiche, in grado di leggere ilmondo mescolando sociologia e politica, con una capacità comunicativa elaborata ma diretta, a tratti persino spiazzante.

In un lungo ed articolato postpubblicato ieri sull'Huffington Post, l'ex Presidente della Cameraentra nel dibattito politico in corso e chiede che sia dato “un incarico forte e incondizionato” alMovimento 5 Stelle, chiamando a raccolta “i “riformisti” diogni campo” ed invitandoli ad essere non protagonisti ma “forzedi complemento”, di dare una “prova non di coraggio ma direalismo”.

Una provocazione? Non solo.

L'analisi della situazione attuale,della crisi drammatica delle istituzioni, si centra sul concetto didominio: il "finanzcapitalismo" sovrasta le dinamiche dellediplomazie, dei partiti, della politica; l'economia ha “manomesso ecompromesso la democrazia in Europa”, al punto da rendere“irriformabili” le istituzioni del loro interno.

Il cambiamento dunque non può passareche da quella forza che ha più drasticamente costruito il propriosuccesso elettorale sulla denuncia e sulla distruzione, a quei“barbari senza barbarie” cui affidare la riconquista dellapolitica.

Un incarico di governo al Movimento 5Stelle ed alla sua forza propulsiva avrebbe un doppio risultato:riuscirebbe a restituire identità alle forze riformiste interne alParlamento, che da comprimari potrebbero collaborare al cambiamento,e trasformerebbe il M5S “da oggetto della consultazione al suosoggetto, quello con le cui proposte di governo tutte le altre forzepolitiche dovrebbero confrontarsi.”

Una visione fuori dal coro, autorevole,consapevole e coraggiosa, che tenta di evitare l'avvitamento entro ilquale si è impantanato l'intero dibattito post-elettorale di questesettimane. Un pensiero critico ma propositivo conil quale, comunque la si pensi, sarebbe utile misurarsi.