Ci scusiamo con i lettori, ma per motivi di spazio, abbiamo dovuto suddividere l'inchiesta sul perchè il governo Renzi sia nato così in fretta e furia senza passare dalle elezioni, in tre parti, questa è la seconda: conservatele tutte e tre e sarete in grado di prefigurare da soli lo scenario politico italiano nel 2014.
Per questo motivo Berlusconi si reca al Nazareno da Renzi e i due raggiungono l'accordo che tutti conosciamo. Teniamo sempre presente che i tre sono avversari politici, ma non hanno lo stesso "nemico". Il "nemico" per Berlusconi è il traditore Alfano, di cui desidera la totale distruzione politica, come è avvenuto con Fini. Per Renzi è Grillo, che rischia di sottrargli una cospicua parte dell'elettorato. Per Grillo sono entrambi, Berlusconi e Renzi, ma lui è coerente e lo ripete spesso con chiarezza.
Dopo una settimana dall'accordo però Renzi si rende conto di avere fatto il passo più lungo della gamba e delle difficoltà di portare a casa nel contempo legge elettorale e riforme del senato ed art. V, per la strenua opposizione, da una parte di tutti i piccoli partiti, dall'altra degli attuali senatori, anche di quelli del suo partito: nessuno è disposto a suicidarsi senza lottare strenuamente.
L'obiettivo vero è solo quello di andare rapidamente alle elezioni avendo in mano qualcosa, le tre riforme appunto, di spendibile con gli elettori. Berlusconi, che lo sa, sostiene il bluff di Renzi, (anche lui potrà spendere le riforme con gli elettori) e dichiara la sua stima per Renzi e un'opposizione responsabile. Tanto responsabile che qualcuno ipotizza anche un sostegno nascosto del Cavaliere al governo cooptando una dozzina di senatori sparsi qua e là.
Intanto lancia la sua offensiva contro il traditore, il vero ostacolo a riforme ed elezioni, e chiama pubblicamente Alfano, parafrasando Lenin "l'utile idiota della sinistra". A questo punto anche Alfano, si rende conto di essere caduto in un'imboscata, accerchiato da destra e da sinistra, ed ha quella reazione isterica e sconsiderata che non gli è propria, chiamando idioti tutti quelli di Forza Italia.
La fa talmente bene che mette il garantista Orlando alla giustizia, argomento sensibile a Berlusconi, e silura la Bonino, che veniva data per certa da tutti e che era caldeggiata anche da Napolitano. Poi si preoccupa di tenere buono Alfano, confermandolo agli Interni e dandogli altri due ministri ed accontenta un po' tutti quelli che potrebbero tornargli utili distribuendo incarichi a destra e a manca.