L'Italia detiene un triste primato nei confronti delle altre nazioni europee: quello della corruzione. Si calcola che l'ammontare della corruzione, del malaffare, dell'illegalità, superi i 60 miliardi annui, vale a dire, l'ammontare di tre formose finanziarie. Sono una quindicina le Regioni sotto inchiesta, con circa trecento indagati fra cui, Governatori, consiglieri e capigruppo. Quintali di faldoni sequestrati dalla Guardia di Finanza, ora al vaglio delle varie Procure.

Una corruzione dilagante che continua ad imperversare nonostante la Magistratura si dia da fare per stroncare tale fenomeno.

Sappiamo tutti delle spese pazze che avvengono presso le Regioni, le Provincie, ma la corruzione c'è anche fra i politici che siedono sui banchi del Parlamento. Sarebbero un centinaio secondo gli ultimi dati gli indagati con i reati più disparati che vanno dalla corruzione alla frode fiscale, finanziamento illecito ai partiti, bancarotta fraudolenta, abuso d'ufficio patrimoniale, associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso in bilancio, falsa fatturazione e bilanci truccati, riciclaggio e favoreggiamento della camorra, concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione in atti giudiziari, ricettazione, ecc.

Se si calcola che i Senatori e Deputati sono all'incirca novecento, un 10% risultano corrotti e indagati, mentre, nell'ambito delle Regioni e Province, la percentuale degli indagati (280)  su 1.356  fra Presidenti, assessori e consiglieri, arriva al 20% e oltre. Numeri che devono far riflettere e smuovere le coscienze di questi politici  privilegiati, perché devono capire che a pagare è sempre Pantalone.