Negli ultimi tempi si fa un gran parlare della possibilità che l'esterno dell'Inter Jonathan venga convocato in Nazionale dal Ct dell'Italia Prandelli. Effettivamente, l'esterno brasiliano, recentemente, ha sfoderato delle prestazioni eccellenti, che non lo farebbero sfigurare di fronte ad un Maggio altalenante, per fare l'esempio di un fedelissimo di Prandelli.

Jonathan e l'Italia: Nazionale e club

Però... c'è un però: tornate indietro di qualche riga, troverete la parola "brasiliano": chiariamo subito che non si vogliono fare discorsi del tipo "Italia agli italiani" dal vago retrogusto impregnato di ideologie politiche appartenenti al passato; Jonathan, lo ripetiamo, per quello che sta facendo vedere, un posto in questa Italia potrebbe giocarselo tranquillamente; al contrario, si sta parlando di sentimenti: molti forse, e nemmeno senza qualche ragione, sorrideranno al vedere questa parola abbinata al calcio moderno: per usare una frase mai pronunciata da nessuno finora, "le bandiere non esistono più", ed è verissimo, per quanto riguarda il calcio a livello di club; ma la Nazionale no: ci piace illuderci che i giocatori, quando indossano la casacca dell'Italia giochino per qualcosa in più dell'orgoglio personale, o della voglia di mettersi in mostra per strappare al proprio club un contratto migliore.

Chiediamoci una cosa: se domani Jonathan ricevesse una telefonata dal Ct del Brasile Scolari, che gli comunica di volerlo convocare in Nazionale per i Mondiali di Rio, cosa ne sarebbe della sua voglia di giocare nell'Italia? Magari mi sbaglio, ma penso che diverrebbe solo un vago ricordo; Jonathan stesso direbbe che non è così, ma solo perchè sa che quella chiamata è più facile che la faccia Prandelli.

Jonathan e gli altri oriundi dell'Italia

Molti diranno che quello di Jonathan, per l'Italia, non sarebbe il primo caso: la Nazionale ha visto la sua casacca indossata da numerosi "oriundi" sin dagli anni '30; recentemente Camoranesi ha vinto un Mondiale; tuttora abbiamo Thiago Motta; ma fino ad ora si trattava di episodi isolati; ultimamente, invece, chiunque sia sposato con una donna il cui bisnonno aveva origini italiane (si sta volutamente esagerando e non so se sia il caso di Jonathan, ma tecnicamente sarebbe possibile), e non venga considerato dalla propria Nazionale, si candida a giocare nell'Italia di Prandelli, che, dal canto suo, dimostra di non avere nessun tipo di problema in tal senso.

Jonathan, Paletta e l'Italia

Ovviamente non ho nulla di personale contro Jonathan: lo stesso discorso si potrebbe fare per Paletta, già convocato nell'Italia da Prandelli: anche lui un bel giocatore, ma spinto più dal desiderio di giocare, una volta nella vita, un Mondiale, che da un effettivo attaccamento alla maglia; e pazienza, se per farlo devi giocare nella Nazionale sbagliata.

Personalmente cambierei le regole Fifa: se un calciatore è convocabile da più di una nazionale, deve scegliere a quale appartenere al momento della firma del suo primo contratto professionistico; con le regole attuali, invece, chiunque si rende conto di essere arrivato a 28-29 anni senza essere mai convocato nella Nazionale del proprio Paese, all'improvviso si rende conto di "sentirsi italiano" (o tedesco o spagnolo) e prova un ardente desiderio di giocare nell'Italia.