Il Brasile sta scaldando i muscoli in vista dei prossimicampionati del mondo di calcio. Così, mentre apprendiamo dalla “Gazeta Esportiva Net” cheJulius Caesar è stato risparmiato dalla seconda sessione di allenamento dellasquadra brasiliana, e altri giocatori che non sono scesi in camporecentemente stanno facendo esercizi dirafforzamento muscolare sotto la guidasapiente di Francisco Gonzalez, fuori del campo, sulle strade, nei negozi e neiristoranti brasiliani, ci si sta esercitando in altri tipi d’esercizi,“c’est-à-dire” che... si sta studiando l’inglese a tutto spiano.
L’“anglomaniabrazileira”
“A Critica”, giornale di Manaus, ha sciorinato ieri uneserie di articoli che parlano solo… inglese. Come sappiamo fin troppo bene, ai prossimi mondiali inBrasile ci toccherà di misurarci con l’Inghilterra, che è una brutta gatta dapelare. Il compito che attenderà i nostri giocatori sarà a dir poco titanico,anche perché ho la vaga impressione che il pubblico “brazileiro” non ci sarà di particolare supporto né, forse,ci mostrerà particolari simpatie.
- Perché mai? -, direte voi. - In fondo i nostri rapporti con il pubblico brasiliano sonosempre stati tradizionalmente molto buoni e improntati a simpatiareciproca-. Sarà!
Ma l’impressione è che le cose in Brasile siano cambiate, edi parecchio!
Sarà forse un fattomarginale, e che magari non c’entra niente con noi, ma alcune notizieriportate sui giornali brasilianioffrono l’immagine di un paese in cui sista diffondendo un’ “anglomania” estremante contagiosa. Il Brasile si sta ”anglicizzando” a tutta birra. Infarti, come riportato da “ACritica” , in questi giorni sarannoassegnati circa 200 diplomi a un grupponutrito di tassisti che hanno fatto un corso accelerato d’inglese.
I tassisti riceveranno a breve il loro attestati di “bilinguismo”, daapplicare in bella vista sui loro taxi. "I turisti che vogliono prendere un taxi con autista bilingue siregoleranno dal marchio sui taxi”, haaffermato solennemente Pedro Carvalho,sovrintendente della “Municipal de Transportes Urbanos (SMTU)”, Il quale, con un “trasporto” didattico degno della massima lode, ha altresì sentenziato: “ La Coppa passa, male conoscenze restano!”.
“Va bene-direte ancora voi-, il Brasile sta ‘scaldando imuscoli’ in ogni settore in questo scorcio di tempo prima del mondiale:che c’è di male?”.
Niente, niente. Ma … le cose non finiscono qui, perché ci sisono messi di mezzo anche i ristoratori,anch’essi coinvolti in una “full-time immersion” nello studio dell’inglese .Infatti, il titolare del ristorante“Cantinho do céu” ("L'angolo del cielo"), sventagliando orgogliosamente il suo “ menubilingue”, ci tiene a sottolinearepuntigliosamente che “ tutti abbiamo fatto un corso d’inglese e siamo pronti a soddisfare ogni richiesta dei turisti (sott. “inglesi”)”.
Va bene. Ma gli altri? Forse alla fine, se parlate soloitaliano, non soltanto rischiate difarvi a piedi una scarpinata micidiale per tutta la città, ma di fare… anche la fame.
Si prospetta dura per noi ai prossimi mondiali…