La crisi morde tutti: ricchi e poveri. C'è chi tra questi può permettersi di farsene una ragione, e chi le ragioni le ha perse tutte in una ricerca continua e disperata di un posto di lavoro. Più che va avanti il tempo e più che le promesse di migliaia di posti di lavoro si susseguono. L'Italia è uno di quei posti dove le prospettive sono sempre per definizione "promettenti", ma i risultati da troppo tempo non sono assolutamente consoni alle aspettative. Inutile dire che i posti di lavoro nell'ultimo semestre hanno avuto un rialzo del 1,2% (dato esemplificativo) se poi nell'ultimo mese gli stessi (con la stessa incomprensibile e irritante serenità) annunciano che c'è stata una flessione dell'8%.
L'Italia però non è la peggiore del mondo. Potrebbe sembrare una battuta l'ultima frase appena letta, ma è così. I problemi di occupazione sono presenti in tutti i paesi del mondo, chi più chi meno. E anche chi è (all'apparenza) come la Germania, ovvero una nazione economicamente forte, con il passare del tempo e con il peggiorare della situazione economica gli effetti della crisi raggiungeranno inevitabilmente ogni meandro della loro economia intera. Inevitabilmente perché, prendendo sempre a modello la Germania, hanno la stessa nostra moneta, e questa come svaluta a noi svaluterà anche a loro. Inoltre non può esistere la potenza economica circondata da paesi poveri: la potenza economica si sgretolerebbe subito a causa dell'inesistente potere d'acquisto dei paesi a sé prossimi.
Microsoft è solo l'ultima super azienda (ad oggi) a far trapelare licenziamenti di massa in tutto il mondo. Fa rabbrividire il dato che da una sola azienda possano essere licenziate così tante persone. Gli esuberi, secondo Microsoft, sono esattamente 18.000, di cui 12.500 dalla nuova acquistata Nokia.
18.000 licenziamenti. 18.000 mila persone in più senza un'occupazione. 18.000 famiglie che dovranno iniziare a cercare un nuovo lavoro dove il lavoro non c'è. A Microsoft però al momento sembrano non dare il giusto peso a questo fatto, perché ne citano prevalentemente gli aspetti positivi che questi licenziamenti porteranno all'azienda, parlando di questo evento tragico per migliaia di famiglie come un cambiamento e una ventata di freschezza per la stessa, e limitandosi a dire che il cambiamento se pur difficile è necessario. E lo sanno bene da oggi ad un anno (il tempo per completare i licenziamenti in programma) 18.000 persone in più.
Sembra sempre di più che pur di guadagnare maggiori cifre, sempre più persone e aziende siano disposte a mettere sotto i piedi i diritti del prossimo.
Puro egoismo: questa è la sola causa che ha scatenato la crisi economica mondiale. Non è un'accusa a Microsoft, né a nessun'altra azienda, ma una verità innegabile a livello generale. Non sono le aziende sbagliate, ma le persone.