"E poi saremmo io e la Lega a seminare odio". Si apre con queste parole il post su Facebook pubblicato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha commentato quanto accaduto stamane a Torino in occasione della protesta degli studenti. Alcuni di loro hanno bruciato in piazza dei manichini raffiguranti lo stesso Salvini, ma anche l'altro vicepremier Luigi Di Maio. A commentare immediatamente l'accaduto è stato il leader della Lega che ha affidato il suo pensiero su quanto successo a Torino al social network.
Salvini: 'Sono coccolati dai centri a-sociali e da qualche professore'
Il ministro dell'interno ha criticato aspramente l'accaduto. "Questi democratici studenti - dice con ironia Matteo Salvini - coccolati dai centri a-sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica a scuola e magari di più attenzione da parte dei genitori. E' una cosa schifosa - dice ancora il leader della Lega - bruciare in piazza il manichino di Salvini e di chiunque altro o appenderne le immagini ai lampioni". Non solo il manichino di Salvini, ma anche quello dell'altro vicepremier Luigi Di Maio del M5S è stato dato alle fiamme. Gli studenti autori del gesto, secondo quanto scrive lo stesso Matteo Salvini, sarebbero già stati identificati e denunciati dalle forze dell'ordine che per tutta la giornata hanno presidiato le zone lungo le quali si è svolta la manifestazione.
Salvini: 'Per loro è sempre colpa mia e della Lega'
Nel suo post su Facebook il ministro dell'Interno continua criticando aspramente l'accaduto. E lancia l'hashtag #colpadisalvini. "E poi saremmo io e la Lega a seminare odio - scrive il vicepremier in relazione all'accaduto - Per ora (gli studenti responsabili n.d.r.) sono stati identificati e denunciati: ma si sa per loro è sempre colpa di Salvini".
Insomma, per il leader del carroccio il rischio è quello che si ritorno al periodo dei 'cattivi maestri'.
Protesta degli studenti in oltre 30 città
La protesta studentesca è stata indetta per manifestare contro le condizioni sopratutto economiche in cui versa il diritto allo studio. Le manifestazioni hanno avuto luogo da Torino e Monza fino giù in Sicilia a Palermo e Catania, passando per Roma e Napoli.
Già qualche settimana fa gli studenti avevano protestato contro il ministro degli Interni. Gli studenti delle scuole superiori e delle università hanno mostrato dissenso perché a loro dire il governo gialloverde non avrebbe inserito nella nuova manovra economica contributi per il diritto allo studio. Costi insostenibili dunque a scuola ma anche la questione migranti ed accoglienza.