Nel passato più recente, l'ultimo a interpretare il ruolo di Leon Dal Ville, alias la 'Bestia', è stato l'attore Vincent Cassel, nell'adattamento assai modesto, per non dire scadente, della celebre fiaba 'La bella e la bestia' firmato dal francese Christophe Gans, nelle sale italiane all'inizio del 2014. Un film pieno di effetti speciali e derive fantasy, ma poco approfondito sul piano sentimentale e psicologico. La mini-serie in onda domani e dopodomani su Rai Uno, scritta e diretta da Fabrizio Costa, tornerà, invece, alle radici intimiste della fiaba, ribaltando il concetto di 'bruttezza' dal piano esteriore a quello interiore. Alessandro Preziosi, nel ruolo del protagonista maschile, darà corpo e voce a un vero e proprio eroe nero, non tanto deformato fisicamente (Leon è rimasto sì deturpato, ma parzialmente, solo da una profonda cicatrice che gli taglia in due un occhio e su cui porta, per celarla al mondo, una maschera), quanto piuttosto intimamente, inaridito moralmente dal dolore e dalla perdita, che avverte come irreversibile, della salute, della giovinezza e del passato candore, oltre che, ed è la cosa più importante, dell'amore. Doppio antitetico di Leon/La bestia è Belle Dubois, che rappresenta al femminile tutto ciò che il principe non è più e crede di non poter più essere: giovane bellissima e generosa che sacrifica se stessa per pagare il debito del padre Maurice e prende per mano il suo aguzzino per riscattarlo dall'aridità e dal cinismo e restituirgli la speranza e il desiderio d'amare. A interpretare Belle è Blanca Suárez, ventiseienne madrilena, già attrice almodovariana (è Norma ne 'La pelle che abito' e Ruth ne 'Gli amanti passeggeri'), al suo debutto nella tv italiana.

La storia, ambientata nel Settecento francese, è stata ricostruita nello splendido scenario del castello di Agliè, in provincia di Torino, che nel 1764 divenne proprietà sabauda e, dopo un parentesi napoleonica in cui fu trasformato in un ricovero di mendicità, ritornò ai Savoia definitivamente nel 1823 fino a quando, nel 1939, non venne acquistato dallo stato italiano. Oggi fa parte del sito Unesco delle residenze sabaude.