Brusco risveglio per i nostri cugini transalpini. Brusco risveglio per l'intera Europa. Il lupo sfodera gli artigli, getta la maschera e mostrato il suo vero volto. "Allah akbar" riecheggia nelle strade deserte di una Parigi attonita colpita a tradimento. Sconcerto e smarrimento sono i sentimenti prevalenti in queste ore d'angoscia in cui le notizie si susseguono confuse e contraddittorie. Gli autori della strage, determinati come solo il fanatismo religioso riesce a costruire, fuggono e si difendono con l'unico obbiettivo di uccidere il maggior numero possibile di innocenti.
Innocenti agli occhi di noi occidentali, ma colpevoli agli occhi di chi proclama: "non esiste altro dio all'infuori di Allah e che Muhammed è il suo Profeta."
Uccidono per il solo fatto di non appartenere ad una determinata comunità ovvero di non essere musulmani. Oggi l'Europa scopre di aver allevato la classica "serpe in seno." E alla luce di questi sconcertanti eventi, suonano stridule, vuote e false le parole come accoglienza, integrazione e multiculturalismo. Parole che si sono infrante in mille pezzi come i sogni deliranti di chi li ha imposti ai cittadini europei, determinando la situazione attuale. Milioni di musulmani che vivono in uno Stato dentro un altro Stato.
La battaglia sarà lunga e dolorosa con la sola certezza che la posta in gioco è altissima e verrà pagata solo da noi europei.
Abbiamo assistito all'islamizzazione forzata dell'Africa, abbiamo applaudito alle primavere arabe, abbiamo armato i tagliagole in Siria, ci siamo dati pacche sulle spalle dopo aver regalato il Kosovo ai musulmani albanesi. Fare peggio sarebbe stato alquanto difficile. Ieri in Francia, con questo orribile atto criminale alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo è stata consegnata alle ambasciate europee la dichiarazione di guerra da parte del mondo musulmano mettendo in risalto, nella sua nuda e drammatica realtà, gli elementi chiave che caratterizzeranno questo conflitto.
Il primo è che ogni uomo, donna o bambino non mussulmani possono essere considerati obbiettivi militari. Il secondo, che basta un manipolo di pazzi fanatici, ben armati, addestrati e spietati per mettere in ginocchio una città di quasi 12 milioni di abitanti come Parigi. Infine, il terzo elemento è la manifesta impossibilità di difendere la popolazione civile da questi atti criminali.
Se cominciassero a prendere di mira le chiese, i centri sportivi, i centri commerciali o le scuole, sarebbe una carneficina impossibile da fermare. Questo è il pericolo che corrono i Paesi occidentali in primis Francia e Inghilterra che hanno nutrite comunità islamiche mai integrate con il resto del Paese.
L'Islam è in fermento e il fanatismo si è impossessato delle fragili menti di coloro che credono di poterci sottomettere e dominare. Quanto accaduto ieri è solo il primo di una serie di attacchi, sempre più feroci e spietati, che vedranno come obiettivo le popolazioni civili. Pace e convivenza, in nome della quale, ci siamo umiliati, prostrati e svenduti come sgualdrine di infimi bordelli di periferia, nel tentativo di costruire una società nuova e ci siamo ritrovati a vivere in un contesto di odio religioso, culturale ed etnico.
Chiamarlo con il suo vero nome, "scontro di civiltà" nel libero e democratico occidente non è possibile, e già si sentono gracchiare le anime nobili di tutti i fallimenti europei, ripetere come un mantra, che non tutto l'Islam è responsabile di tali crimini. Forse il tuo vicino di casa non taglierà la gola ai tuoi figli, ma ricordati sempre che quello stesso vicino sarà il primo che non alzerà un dito per difendere la tua vita. Questa è la nostra fragilità, questa è la nostra colpa.