Vincenzo De Luca è stato nominato presidente della Regione Campania dall'ufficio elettorale regionale della Corte d'Appello di Napoli. Lo si legge sul sito dell'Ansa, e la notizia avrà una grossa importanza politica. Dopo il caso De Magistris e l'insistente campagna elettorale di De Luca, è sicuramente il momento che il governo si interroghi sulla legge Severino.
Le leggi all'italiana
E' evidente che in Italia le cose funzionano diversamente che nel resto del mondo: sono convinta che il caso di De Luca agli occhi per esempio di un inglese risulterebbe incredibile.
Incredibile soprattutto per come si è concluso: nonostante esista una legge che dice che De Luca non può ricoprire la carica di presidente della regione Campania, oggi De Luca è stato nominato ufficialmente per ricoprire tale carica. Noi italiani ormai siamo talmente assuefatti a questo tipo di situazioni che abbiamo smesso di stupirci. Ma invece dovremmo. Anzi, dovremmo indignarci. Non si tratta della persona di De Luca, che può piacere o non piacere, si tratta di un principio. Per la precisione, di un principio fondamentale per una democrazia: ci sono delle leggi dello Stato che tutti devono rispettare, sempre e comunque. Punto. Il caso in questione è ancora più assurdo: in Italia abbiamo avuto bisogno di una legge per stabilire che chi è stato condannato non può ricoprire cariche pubbliche, mentre nel resto del mondo i politici si dimettono per qualsiasi fatto che possa far dubitare della loro rettezza morale, anche se tali fatti non assomigliano nemmeno lontanamente ad un reato.
Le conseguenze politiche
La vicenda della presidenza della Campania avrà uno strascico politico inevitabile. Anche perchè quando si parla di condannati in politica subito nella mente di tutti appare il nome di Berlusconi. Il Pd per anni ha combattuto contro l'ex cavaliere anche sulla base delle sue vicende giudiziarie. Sicuramente i reati di De Luca e di De Magistris sono del tutto differenti rispetto a quelli imputati a Berlusconi, ma il punto rimane sempre il principio. Ora, Renzi 1, Renzi 2, o qualsiasi versione del presidente-segretario sia attiva in questo momento, forse dovrebbe fare una duplice riflessione su questo punto, duplice in quanto duplice è il suo ruolo. Come segretario dovrebbe interrogarsi sui candidati da scegliere per le primarie, ammettere che in questo caso non è stato in grado di gestire adeguatamente la situazione e fare un mea culpa.
In quanto capo del governo dovrebbe interrogarsi seriamente sulla legge Severino e su tutte le altre leggi che ormai sempre più spesso vengono smentite dai Tar e dai tribunali. Non può esserci democrazia se non ci sono delle regole chiare ed uguali per tutti, in modo da rendere più evidente possibile chi è onesto e chi non lo è. Se Renzi ha pensato che una situazione come questa potesse risolversi da sola ha commesso un grave errore di sottovalutazione. E se così fosse, vorrebbe dire che la situazione gli sta sfuggendo di mano. Con mafia capitale che imperversa, la legalità dovrebbe essere un argomento su cui il governo e il principale partito che lo detiene mantengono un impegno serio e costante. E' evidente che non è così.