Papa Francesco ha sempre rivolto l'attenzione alle diseguaglianze e al destino degli ultimi del mondo, ma nelle ultime ore il suo pontificato sta assumendo sempre di più una dimensione squisitamente politica e sociale.

Oggi 18 giugno, infatti, è stata presentata l'enciclica "Laudato sii", la prima scritta per intero da cardinal Bergoglio (visto che la precedente era stata vergata maggiormente da Papa Benedetto XVI), nella quale si pone l'attenzione sulla necessità di "cambiare il modello di sviluppo per i poveri", per giungere finalmente ad uno sviluppo "sostenibile ed integrale".

Papa Francesco sottolinea il fatto che negli ultimi anni siano stati prevalentemente i "popoli" ad aver pagato per il salvataggio delle banche e per questo auspica un "cambiamento negli stili di vita". Per raggiungere questo obiettivo il Pontefice argentino fa riferimento ad un nuovo modo di abitare la Terra, alla necessità di differenziare i rifiuti che produciamo e guarda con interesse anche al car sharing, alla condivisione dei beni e dei servizi.

Nella sua enciclica Papa Francesco chiama la Terra "sorella" e chiede di ascoltare il grido della Terra e il grido dei poveri", chiedendo la nascita e lo sviluppo di "istituzioni internazionali più forti ed organizzate".

La richiesta di perdono per chi chiude le porte ai rifugiati

L'interesse di Papa Francesco per gli ultimi è stato dimostrato anche ieri, quando nel corso dell'Angelus ha esortato le persone e le istituzioni che chiudono le porte ai rifugiati "a chiedere perdono". Le parole del Pontefice, giunte per ricordare che il 20 giugno si celebra la "Giornata mondiale del rifugiato", non hanno lasciato indifferenti la politica, soprattutto il leader della Lega Matteo Salvini, che ha immediatamente risposto a Bergoglio dicendo che lui non ha bisogno di chiedere perdono a nessuno.

Anche le istituzioni sembrano sorde al monito del Vescovo di Roma, tanto che l'Ungheria ha manifestato la volontà di alzare un muro per bloccare i migranti, laddove invece il Pontefice chiede di creare ponti e non di innalzare i muri.